L’ippopotamo

ippopotamoL’hippopotamus amphibus, chiamato comunemente ippopotamo, è un mammifero appartenente alla famiglia degli hippopotamidae e all’ordine degli artiodactyla che popola l’Africa. Il suo nome proviene dal greco e vuol dire “cavallo d’acqua”.

Dopo l’elefante e il rinoceronte, l’ippopotamo è il terzo tipo di mammifero terrestre più grande ed è il più pesante esistente nell’ordine degli artiodactyla. Un ippopotamo può arrivare ad una lunghezza di 2,7 metri, avere la coda di 56 centimetri e pesare 1,4-1,5 tonnellate. 

Gli ippopotami sono riconoscibili per i loro corpi a forma di botte e quasi senza peli, per le enormi bocche munite di denti altrettanto grandi, per le gambe tozze e le dimensioni enormi. Nonostante il corpo massiccio, l’ippopotamo nuota nell’acqua con grazia e si sposta rapidamente sulla terra ferma. Il sottile strato esterno della pelle (epidermide) di questo mammifero/anfibio si secca facilmente ed è sensibile alle punture degli insetti. Nonostante le ghiandole cutanee che secernano una sostanza densa ed oleosa, la pelle si screpola con facilità se non viene inumidita frequentemente nell’acqua o nel fango. Al contrario, lo strato interno (derma) ha uno spessore di 3,5 cm ed è costituito da un denso strato di fibre che lo rendono particolarmente resistente.

La dieta dell’ippopotamo è costituita principalmente di erba, che viene brucata durante la notte (riesce ad ingerire oltre 70 kg di cibo in una sola notte), ma talvolta viene arricchita di piccoli animali o carcasse.
Gli ippopotami sono per natura animali molto aggressivi: quelli maggiormente coinvolti nei combattimenti sono i maschi maturi, che tendono ad essere molto territoriali e indiscriminatamente di cattivo umore, ma anche le femmine tendono a essere molto protettive nei confronti dei loro piccoli. Il maschio dominante si accoppia con le femmine nel suo territorio e, di solito, nasce un unico piccolo, quasi sempre sott’acqua, dopo una gestazione di 240 giorni (un periodo breve per un mammifero di dimensioni così grandi). I piccoli rimangono con la madre dopo lo svezzamento (che avviene circa dopo 6-9 mesi dalla nascita) fino a 5 anni; in questo modo i gruppi familiari si sviluppano. Il piccolo ha pochi predatori naturali, ad eccezione delle iene e dei grossi felini. Se si sentono minacciati gli ippopotami sono in grado di attaccare l’uomo.

La densità del corpo dell’ippopotamo è leggermente superiore a quella dell’acqua, perciò questo animale va a fondo dolcemente e può camminare con passo lieve sui fondali. Tuttavia, se tiene i polmoni pieni d’aria può galleggiare senza fatica. Le narici, gli occhi e le orecchie si trovano nella parte superiore del capo, perciò quando il corpo è quasi totalmente sommerso l’animale può continuare a respirare facilmente e a tenere sotto controllo tutto ciò che lo circonda. Nella stagione secca gli ippopotami devono spostarsi per andare alla ricerca di cibo.

Alcuni esemplari, invece di ritornare al proprio nucleo familiare durante il giorno, utilizzano una pozza d’acqua vicina per effettuare una breve sosta. Questo comportamento determina, intorno alle pozze d’acqua, la formazione di grandi gruppi temporanei di ippopotami senza gerarchia al loro interno, cosa singolare per questi animali che sono solitamente solitari.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *