L’okapi

okapiL’okapi, del quale nome scientifico è okapia johnstoni, è un mammifero ungulato appartenente alla famiglia delle giraffidae che vive nell’Africa centrale e può raggiungere una lunghezza di 2 – 2,2 metri, con la coda di 30 – 42 centimetri, e un peso che varia tra i 200 e i 350 chilogrammi.

Gli okapi preferiscono altitudini tra i 500 a 1.000 metri, ma possono avventurarsi al di sopra dei 1.000 metri nella parte orientale e montana delle foreste pluviali. Data la notevole quantità di piogge in queste foreste, la pelliccia degli okapi è oleosa, vellutata e repellente all’acqua.

L’okapi è un timido animale diurnovive nelle foreste tropicali e si nutre di foglie, teneri ramoscelli, germogli e frutta. Per nutrirsi, questo animale arrotola la lunga lingua nera pensile attorno alle foglie, ai germogli e ai ramoscelli per portarli alla bocca. La lingua viene usata anche per la pulizia del mantello e, nelle femmine, per tenere pulito il piccolo.

L’okapi è un mammifero estremamente timido e schivo ed è in grado di mimetizzarsi in modo molto adeguato nel proprio habitat, grazie alla colorazione e al disegno del suo mantello. Questo erbivoro è capace di raggiungere velocità molto elevate nella corsa e, grazie alla mobilità del collo, ha la possibilità di arrivare con la lingua in qualunque punto del proprio corpo.  

L’okapi si affida soprattutto all’udito e, quando incontra un altro okapi, emette un suono simile a uno sbuffo. I maschi rivali effettuano una “lotta con il collo” (come le giraffe) in presenza di una femmina ricettiva. Durante il corteggiamento emettono deboli lamenti e la femmina indica la sua disponibilità con suoni simili e marcando il territorio con delle secrezioni ghiandolari. La femmina è un po’ più alta del maschio e pesa 25-50 chilogrammi in più.

I due sessi sono di aspetto simile: testa e collo lunghi, muso e corpo scuri (il profilo, dalla testa alla coda, tende verso il basso), orecchie larghe in posizione arretrata e strisce simili a quelle della zebra sul posteriore e sulla parte superiore delle zampe. Il mantello dell’okapi è corto e lucente. Le parti più scure appaiono rosso cupo, porpora, brune o nere secondo l’angolazione della luce, mentre sono presenti delle macchie bianche o color crema sul muso. I maschi, differentemente dalle femmine, posseggono delle strutture simili a corna sul capo.

L’okapi fu identificato come specie a sé nel 1900-1901. Prima di allora, era stato avvistato poche volte e solo dalla parte posteriore. Essendo un animale timido e schivo, infatti, non appena viene avvicinato fugge e si rifugia nel folto della foresta. L’impressione che fosse una zebra delle foreste fu rafforzata da alcuni esemplari di vecchie pelli.

In agosto-ottobre, dopo un periodo di gestazione di 425-491 giorni, la femmina partorisce un solo piccolo, che difende dai predatori, ma il legame fra la madre e il piccolo non è forte come in molti mammiferi ungulati.

Sebbene gli okapi non siano stati classificati come specie minacciata di estinzione, questi ungulati sono in pericolo a causa della distruzione del loro habitat e del bracconaggio. La popolazione mondiale è stimata tra i 10.000 e i 35.000 esemplari.

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