La vipera di Russell

Serpenti

Uno dei serpenti più pericolosi al mondo è senza dubbio la Vipera di Russel. Essa appartiene al gruppo dei quattro serpenti più velenosi in India, i cosiddetti i Big Four : il Naja naja, il Bungarus caeruleus e il Echis carinatus.

La Vipera di Russell è diffusa nelle zone del sud-est asiatico: le colline e le vaste pianure sono il suo habitat ideale. I villaggi di agricoltori non fanno eccezione, luoghi in cui si aggira anche durante il giorno, nonostante abbia abitudini quasi sempre notturne. Questo tipo di serpente, a differenza di molti altri suoi simili che attaccano solo se disturbati, ama mimetizzarsi per poi mordere con una rapidità impressionante.

La Vipera di Russel possiede una lunghezza di circa 120 centimetri, ma sono stati avvistati anche esemplari lunghi 166 centimetri. Possiede una tasta appiattita e dalla forma triangolare, rivestita di scaglie irregolari, mentre le zanne hanno una estensione media di ben 16 millimetri. Sul corpo, precisamente nella zona centrale, vi è una cresta costituita da circa 30 scaglie dorsali erette, fino alla corta coda.

In genere, i colori della vipera vanno dal giallo scuro al marrone chiaro, ma vi sono anche delle macchie più scure circondate da un anello nero, per tutta la lunghezza del corpo. Il ventre può essere giallastro o rosato, mentre l’occhio esibisce una pupilla verticale che è tipica dei viperidi.

Di cosa si nutre la Vipera di Russel?

Le prede più ghiotte sono roditori, ma in genere non disprezza niente di ciò che riesce a cacciare. Si nutre di ratti, topi, toporagni, scoiattoli, granchi terricoli, scorpioni e altri artropodi, lucertole, uccelli e perfino altri serpenti: non sono rarissimi gli atti di cannibalismo.

In che modo attacca l’uomo?

Purtroppo, causa della sua predilezione per un certo habitat, non è raro imbattersi in questo pericolosissimo serpente: in molti paesi, il morso della vipera è considerato come un infortunio sul lavoro per le categorie professionali dei coltivatori e dei raccoglitori.

La sua pericolosità sta nel fatto che, diversamente da molti altri suoi simili, non scappa se l’uomo le si avvicina. Al contrario, resta immobile e sfrutta le proprie capacità di mimetizzazione, riuscendo poi a mordere rapidamente. Il suo veleno entra velocemente in circolo ed il dolore che provoca è lancinante: la zona in cui si è stati morsi inizia a gonfiarsi e contemporaneamente il corpo inizia a sanguinare ovunque, dalle gengive, dal retto, nelle urine. In questo modo, la pressione sanguigna cade a picco, e in pochi minuti la parte vicina al morso si ricopre di vesciche.

In alcuni casi sono presenti anche vomito incontrollabile e gonfiore facciale, oltre che a complicanze renali o trombosi diffuse. In più possono verificarsi edema polmonare o necrosi del tessuto nell’area del morso.

Le cause della morte sono dunque molteplici: tumefazione ed edema polmonare dovuti all’aumento della permeabilità dei capillari, shock ipovolemico, o emorragia cerebrale, necrosi e cancrena, danneggiamento del muscolo cardiaco, paralisi e la conseguente morte per soffocamento.

Nel caso in cui si riesca a sopravvivere, il dolore del morso continuerà per circa un mese e se si riscontrano danni alle fibre muscolari, non vi sarà guarigione.

Come sopravvivere al morso della Vipera di Russel?

In primo luogo, sono necessarie precauzioni anche nell’abbigliamento in modo da evitare di essere morsi. In caso di attacco, contrariamente alle dicerie comuni, bisogna evitare di applicare un laccio emostatico: il veleno di questo serpente si diffonde per via linfatica, quindi fermare il sangue può addirittura peggiorare la situazione. In più non è raccomandabile incidere la ferita o cercare di succhiare via il veleno. L’unica cosa da fare è recarsi subito in ospedale dove la probabilità di restare in vita è senza dubbio più alta.

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