Anglo Arabo Sardo

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L’Anglo Arabo Sardo è un cavallo dalle origini incerte: probabilmente già i Greci importarono in territorio sardo, cavalli di stirpe orientale; ma fonti più attendibili ci indicano che furono i Saraceni, durante la loro invasione, a portare con loro i pregiati Cavalli Arabi.

La Sardegna era un territorio angusto, dove la gente si occupava per lo più di agricoltura e pastorizia, e si serviva di cavalli agili e resistenti, capaci di attraversare terreni aridi e pietrosi senza problemi.

 

Gli abitanti dell’isola non riuscirono, però, a sfuggire al fascino di quei cavalli giunti con i Saraceni dal portamento elegante, dal fare leggiadro, dal profilo dritto, dalle orecchie piccole e lo sguardo espressivo.

A coronare il mix perfetto che contribuì alla riuscita dell’Anglo Arabo, furono i Cavalli Andalusi portati dagli spagnoli.

I Cavalli Arabi ed i Cavalli Andalusi si mescolarono tra loro con i soggetti già presenti in territorio sardo. In questo modo, nacquero degli esemplari particolarmente forti ed agili, dall’aspetto leggiadro ma dotati di grande resistenza.

In breve tempo, l’Anglo Arabo riuscì a conquistare tutta l’Europa, diventando uno degli esemplari più richiesti. La sua ascesa continuò fino al 1700, quando l’avvento dei Savoia coincise con una grande crisi dell’allevamento della razza: la selezione operata fino ad allora, finì presto in cenere, distrutta da nuovi e meno vincenti incroci con stalloni provenienti dalle più varie parti d’Europa. Questi incroci ebbero uno scarso successo e la richiesta sul mercato diminuì notevolmente e il declino della razza fu inevitabile. Molti esemplari furono abbandonati allo stato selvaggio, ma il loro spirito d’adattamento gli consentì di restare in vita. Il loro aspetto mutò, dando alla luce nuove forme più minute rispetto a quelle originarie, probabilmente perché costretto ad accontentarsi di magri pascoli.

Gli allevamenti si ridussero drasticamente e solo pochi allevatori privati continuarono per propria volontà, ma senza possibili sbocchi, ad occuparsene.  Fu necessario attendere il 1874, anno in cui in un paese della provincia di Sassari, Ozieri, nacque un Deposito di stalloni, un distaccamento di quello di Pisa. Gli esemplari erano stalloni per la maggior parte arabi, precisamente si trattava di 14 stalloni, 12 dei quali di stirpe araba. Il futuro della razza era tutto riposto in loro. Due anni dopo l’apertura del deposito, si gioiva per la nascita di Marco Aurelio, che rappresentava nuove e felici speranze della razza. Il patrimonio ippico della razza che era andato perduto per più di un secolo, trovava finalmente il modo di rinascere.

Riportato all’antico splendore, l’Anglo Arabo Sardo è oggi stimato per la sua ineguagliabile agilità, che lo rende il cavallo sportivo per eccellenza. Grazie al suo temperamento e alla sua fisicità, gli spettano, senza dubbio, i primi posti nel salto ad ostacoli. Non da meno sono le sue posizioni nei concorsi e nelle corse al galoppo dei mezzosangue.

Il suo carattere docile ma allo stesso tempo nevrile e pieno di coraggio e fierezza, lo rende affabile, forte e portatore dell’eleganza che contraddistingue gli esemplari di origine araba. Spiccata e vivace risulta anche la sua intelligenza.

Insomma: l’Anglo Arabo Sardo è un cavallo che non delude mai le aspettative, ottenendo risultati più che buoni nelle più diverse attività. Possiamo di certo definirlo eclettico!

Nel Regolamento del Libro Genealogico del Cavallo da Sella Italiano viene precisato che la razza deve contenere almeno il 25% di sangue arabo, e precisa che essa deriva dall’incrocio di stalloni purosangue arabo, inglese, anglo-arabo, anglo arabo sardo con fattrici di tipo indigene (ma di base anglo-araba) selezionate.

Caratteristiche fisiche predominanti sono: mantello di aspetto baio o sauro, orecchie piccole,  altezza al garrese vacillante tra i 156 e i 165 cm a seconda della taglia considerata, garrese piuttosto pronunciato, arti con un’elevata solidità, articolazioni spesse e tendini ampiamente staccati. Come rappresentante della categoria ricordiamo il campione Argo de Villanova, unico cavallo italiano in gara alle Olimpiadi di Los Angeles, vincitore già Campione d’Italia dei sei anni nel 1982 e Campione d’Italia dei sette anni e oltre nel 1985.

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