Arabo

cavallo-araboUn cavallo espressivo, dal carattere fiero ma, al tempo stesso, disponibile. La sua morfologia e composizione genetica rende il cavallo arabo unico e riconoscibile.

 

Tipo: mesomorfo
Luogo d’origine: Arabia Saudita
Diffusione: mondo
Mantello: grigio, baio, sauro
Altezza al garrese: 1,40-1,56 m
Impieghi ed attitudini: sella e tiro leggero
Carattere: fiero, leale, sobrio

Quando si parla di cavallo arabo, la maggior parte delle volte, viene in mente il cavallo del deserto usato dai beduini. Proprio loro facevano una selezione ed un accoppiamento molto attenti. Per fare in modo che i loro geni fossero puri. Talvolta, la riproduzione avveniva anche tra consanguinei, proprio per evitare che avvenissero contaminazioni dall’esterno.

Questa razza di cavallo fa si che i suoi esemplari vengano considerati cavalli per eccellenza. Questo perché, probabilmente, si tratta della razza più bella e famosa del mondo ma anche la più diffusa. Si tratta di una razza particolarmente riconoscibile sia per l’aspetto esteriore dei cavalli che per il loro carattere. Questo mix è il risultato di una selezione molto rigida che è avvenuta e avviene tuttora, da migliaia di anni. I suoi geni sono puri e questa caratteristica si è trasmessa a tutte le razze equine moderne, e ciascun carattere si è fissato e migliorato in modo unico e costante proprio grazie all’unicità dei geni. Tra le sue doti più riconoscibili ricordiamo l’udito fine, il senso di orientamento e la memoria nonché la pazienza, la fiducia e la gentilezza del suo carattere. È un cavallo in grado di resistere alla fatica e alla fame adattandosi facilmente a qualsiasi clima. Scioltezza e rapidità caratterizzano i suoi movimenti.

Cenni storici

Il cavallo arabo non è autoctono dell’Arabia Saudita perché fece la sua comparsa in un periodo non troppo antico. Le sue origini possono rintracciarsi in Asia ma non si può ben stabilire da dove ebbe inizio il flusso migratorio. Dunque, il cavallo arabo ebbe origine, molto probabilmente, nell’Altopiano Centrale dell’Asia. Già nel neolitico il cavallo figurava in Arabia e nel Sahara ma si estinse forse a causa del clima scomparendo da quelle zone fino al 1800 a.C.. Furono gli Ittiti a ricondurlo lì e a fare in modo che si diffondesse in Iran Turchia fino alla Nubia passando per l’Alto Nilo e l’Africa del Nord. Il cavallo arabo si diffuse grazie alla circolazione delle tribù nomadi beduine su diversi territori. Loro lo trattavano e nutrivano per bene tenendolo vicino alle loro sistemazioni. Le giumente venivano conservate ed allevate mentre i maschi, per fini economici, venivano venduti e scambiati.

Fu Maometto, più di tutti a fare in modo che la razza dell’arabo fosse più selezionata. Fu proprio lui a tracciare le cinque linee di sangue principali ovvero Saklani, Manaki, Gilfi, Koheilan, Makladi. Tali linee vennero mantenute pure ma dal XVI secolo in poi non furono rari gli incroci ad opera di diverse famiglie. Il più autorevole esperto di cavalli arabi è Carl Raswan che considera che gli Arabi puri erano quelli Kouhalian. Da loro, successivamente, furono generate oltre 250 stirpi che oggi sono ancora conosciute. Da queste 250 stirpi sono stati tratti tre tipi fondamentali ovvero: Assil, Puro Sangue Arabo, Razza Araba. Il primo, ovvero l’Assil è attualmente, parecchio raro perché si inscrive tra i cavalli arabi-beduini reali. L’Assil si suddivide in tre sotto razze: Kouhailan (caratterizzata da resistente e potente struttura muscolare e testa corta), Mouniqui (caratterizzata dalla velocità, da arti lunghi e coda bassa), Saqlaoui (caratterizzata da grazia, struttura ossea fine e profilo grazioso).

Il Puro Sangue Arabo, così come lo conosciamo oggi, nasce dalle tre sottorazze dell’Assil. In generale, la Razza Araba è costituita da soggetti dalle origini poco chiare ma rintracciabili tra i Siriani, i Persiani, i Turchi, gli Arabo Egiziani nonché dei Berberi e di altre razze simili.

Morfologia ed utilizzo del cavallo Arabo

Morfologicamente parlando, il cavallo arabo possiede un mantello solitamente grigio, baio o sauro mentre è molto più difficile trovarne uno roano o morello. I pezzati non sono contemplati. Le macchie, balzane, possono essere presenti sul muso o sugli arti. La sua pelle e fine e quasi trasparente ma comunque molto solida. A causa di questa sottigliezza è possibile vedere, quando il cavallo è in movimento il suo tessuto venoso molto fitto.

Per quel che concerne la testa, è particolarmente aggraziata e tipica. Viene chiamata conformazione da gazzella perché corta e raccolta. La fronte è alta e quasi a forma di scudo. Conferisce al cavallo un’espressione fiera. Concavo è il ponte del naso mentre le ganasce sono distanti e forte. Le narici sono vibranti, particolarmente grandi ma sottili. Il profilo della testa del cavallo arabo è molto elegante che si attacca con una curva perfetta al collo. I suoi occhi appaiono eccezionalmente espressivi protetti da ciglia lunghissime ed incorniciati da palpebre di un colore corvino ma brillante. Le sue orecchie appaiono appuntite e sottili. Sono sempre puntate in alto e ben distanti tra loro. Si muovono sempre e la loro conca è proiettata all’interno. Il muso è talmente tanto piccolo da poter essere contenuto da una mano umana.

Il collo è spesso e carico particolarmente largo alla base, in grado di descrivere un arco che è corredato da una criniera lunga e fluente. Il collo e la testa sono in grado di formare un arco ampio che consente alla testa di muoversi in ogni direzione. Particolarmente pronunciato appare il garrese mentre lunga ed inclinata appare la spalla. L’angolo scapolo omerale è in grado di raggiungere i 45 gradi. Le costole del cavallo arabo sono 17 mentre le vertebre lombari 5, quelle caudali 16. Negli altri cavalli, invece, sono 18, 6 e 18. Ecco perché la forma della schiena del cavallo arabo è molto particolare è leggermente concava. La coda ha un portamento arcuato e a ventaglio. La sua groppa sembra essere talmente aerodinamica da essere stata realizzata proprio per correre. I suoi muscoli non sono da meno.

Per quanto riguarda il petto quest’ultimo è ben aperto e conferisce al torace una profondità ed un’estensione notevole. Le sue costole sono lunghe e arrotondate mentre l’addome retratto. Gli arti appaiono lunghi e ben saldati. La circonferenza è di circa 21/21 cm. I tendini sono forti e ben definiti; i pastorali hanno la giusta inclinazione mentre i piedi sono piccoli e arrotondati. Le unghie sono sane e particolarmente resistenti tanto da rendere gli appiombi perfetti.

Utilizzo

In passato, il cavallo arabo veniva utilizzato dagli Arabi che, con le loro conquiste islamiche, fecero in modo che il cavallo arrivasse dalla Cina all’Europa. Gli arabi furono in grado di diffondere la scienza, l’arte e la cultura non soltanto il bellissimo cavallo arabo ormai noto. Con le Crociate i cavalli venivano portati in Europa per far montare principi e re non più per combattere. Questo anche perché, le armature previste all’epoca erano troppo pesanti per un cavallo così delicato. Quando le armi diventarono più leggere, e cioè a partire dal Rinascimento, gli arabi furono riportati a combattere anche perché particolarmente veloci e resistenti. Una dominanza genetica che li rese superiori nel corso delle guerre napoleoniche. L’Arabo fu in grado di giocare un ruolo molto importante nella selezione delle razze conosciute tanto che alcune sue tracce, possono essere annoverate tra il Selle Français fino al Percheron passando per l’Avelignese ma anche nel Trottatore Francese, in qualche razza americana ed indonesiana. Attualmente, il ben noto Darley Arabian, ha contribuito alla formazione di un’altra razza, quella del Puro Sangue Inglese.

Il cavallo Arabo viene oggi utilizzato per corse in piano ma anche per le prove regolamentate nell’ambito degli Ippodromi di tutto il globo. È usato anche nelle competizioni per lo più relative alla razza e ai concorsi di bellezza o di eleganza in cui il cavallo arabo è in grado di distinguersi sempre. Un altro utilizzo tipico è rappresentato dalle gare di velocità, resistenza (Endurance) di 80/100/160 chilometri.

Tutti i paesi del mondo contano allevamenti di cavalli Arabi. Il W.A.H.O (World Arabian Horse Organization) si occupa di seguire attentamente l’operato degli allevamenti e l’autenticità della razza. Questo organismo, detiene anche i libri genealogici al fine di promuovere l’allevamento selettivo.

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