Anche i cavalli, come gli esseri umani, hanno bisogno di allenamento per restare in forma.
Questo vale per tutti gli esemplari, siano essi da competizione oppure no. Per allenare il vostro cavallo dovrete tenere ben presenti le sue caratteristiche fisiche e lo stato di salute in cui versa. Un esemplare reduce da malattie, ad esempio, non può essere sottoposto ad un allenamento troppo pesante.
Andiamo per gradi. Se da un lato troviamo cavalli che lavorano troppo poco, dall’altro potremmo trovare quelli che, invece, lavorano troppo. Il termine tecnico da adoperare è “somministrazione del lavoro”. I cavalli appartenenti alla prima tipologia, ovvero quelli a cui viene somministrata una quantità insufficiente di lavoro, non riceveranno nessun effetto benefico propria forma fisica o capacità atletica. E’ il caso di molti cavalli non di punta che gareggiano in concorsi ippici. All’altra categoria appartengono quei cavalli cui viene somministrata una quantità eccessiva di lavoro. E’ il caso dei cavalli reduci da periodi di lavoro ridotto o assente a causa della permanenza nelle scuderie dei commercianti in attesa di essere venduti. Anche la semplice “prova” del cavallo in scuderia può trasformarsi in un evento stressante per l’animale. Questo perché il cavallo si ritrova di colpo ad essere sottoposto a piroette, acrobazie e trotti cui non è abituato da tempo. Il corretto allenamento dell’esemplare, con la giusta somministrazione di lavoro, farà in modo che non appartenga ne all’una ne all’altra categoria.
Da alcune indagini è emerso che un cavallo lavora in media meno di un’ora al giorno. Inoltre, il passo tenuto durante il lavoro, non va oltre l’andatura (per circa il 70% del tempo totale di lavoro). Sebbene la passeggiata giornaliera non favorirà di molto la capacità atletica del vostro cavallo, essa ha notevoli proprietà benefiche sull’animale. Tra queste, senza dubbio, rientra la sua serenità.
Il padrone (o il fantino) deve riuscire a cogliere ogni segnale di stanchezza lanciato dal cavallo. In questo modo, potrà capire con più facilità il suo stato di forma fisica. Di seguito vi elenchiamo una serie di segnali oggettivi che potrebbero aiutarvi a capire quando il vostro cavallo sia in grado di poter svolgere attività.
STATO GENERALE
Rappresenta un esame approssimativo e superficiale dello stato di forma fisica del cavallo. I fattori da analizzare sono: la lucentezza del pelo, lo stato di ingrassamento, il grado di attenzione e risposta agli stimoli. In particolare, lo stato di ingrassamento può essere valutato con il body condition score ovvero la tecnica che valuta con il tatto lo spessore del grasso cutaneo che viene tradotto in un indice. Lo spessore del grasso cutaneo può essere valutato anche con l’aiuto di un ecografo. I risultati di questo esame possono aiutare a distinguere tra un cavallo con una maggiore massa grassa ed un altro con una maggiore massa magra, ferma restando la bellezza di entrambi gli esemplari. Si tratta di una tecnica che viene usata anche per gli esseri umani, in cui la base di partenza per qualunque valutazione sportiva o di alimentazione è legata all’indice di massa corporea.
Lo stato generale, di solito, è l’unico esame cui vengono sottoposti i cavalli sportivi. Dato che si tratta di un esame estremamente superficiale, per tutte le altre informazioni sullo stato di salute dell’esemplare bisognerà ricorrere all’aiuto di un esperto dotato di attrezzature adeguate.
ESAMI DEL SANGUE
Le analisi del sangue andrebbero effettuate sul cavallo all’inizio di ogni stagione ed andrebbero ripetute ad intervalli regolari, ad esempio, di 4 mesi. Gli esami atti a verificare la presenza o meno di anemia, quali il numero di globuli rossi, l’emoglobina e l’ematocrito, sono tra quelli più importanti. Questo perché la presenza dell’anemia causa, spesso, scarsa attitudine al lavoro e debolezza nell’esemplare. Questione che si verifica anche negli esseri umani che ne soffrono. Tra gli altri esami da porre in essere ricordiamo quelli connessi alla verifica degli enzimi legati al metabolismo muscolare quali la CK o creatina kinasi oppure LDH, AST e l’ALT che danno informazioni in più. Sulla base di questi esami primari potrebbero esserne necessari degli altri più approfonditi e specifici a seconda della salute dell’animale. Il vostro veterinario sarà in grado di consigliarvi a riguardo.
SUDORAZIONE E RESPIRAZIONE
Il sudore ha un ruolo centrale nella valutazione dello stato di salute fisica dell’animale. Come per molti esseri umani, anche nel cavallo la sudorazione rappresenta una misura diretta della quantità di lavoro svolto: ad una quantità di lavoro elevata corrisponde una maggiore sudorazione e viceversa. Questo è un esame che può essere condotto ad un primo sguardo superficiale dell’animale. L’allenamento alla sudorazione è, invece, una tecnica che permette di valutare gli effetti che uno stesso lavoro provoca in due cavalli diversi. Un cavallo poco allenato avrà sudorazione abbondante, quello in perfetta forma, per contro, manifesterà poca sudorazione.
Una stima empirica della forma permetterà di valutare anche il ritmo respiratorio dell’animale.
Ci sono, però, dei fattori che influiscono su questo dato. Tra questi lo stato di eccitazione che deve essere sempre tenuto presente. Lo stato di eccitazione, infatti, può causare l’elevata sudorazione nell’animale: un cavallo sovraeccitato suderà di più rispetto ad un più calmo. Un altro elemento da considerare è il fattore meteorologico. Temperatura ed umidità non faranno che aumentare la sudorazione dell’animale; clima fresco e ventilato abbasseranno la temperatura corporea dell’animale favorendo una produzione minore di sudore.
RITMO CARDIACO
Il ritmo cardiaco può essere calcolato con l’ausilio del cardiofrequenzimetro che rappresenta uno dei migliori strumenti per capire se un particolare tipo di lavoro è adatto o non adatto ad un cavallo. Può aiutare anche a comprendere se è necessario aumentare la somministrazione di lavoro per aumentarne le abilità fisiche del cavallo. Il cardiofrequenzimetro è utile durante le sedute di allenamento, le simulazioni di gare e le competizioni vere e proprie. Si ritiene che sia di estremo aiuto, in particolare, nel corso delle gare di endurance. Il cardiofrequenzimetro serve anche nei test da sforzo per calcolare la soglia anaerobica e gli altri parametri utili a valutare la forma fisica. Può essere applicato anche ai cavalli che versano in uno stato di riposo per valutarne la reattività e l’emotività. Attraverso il cardiofrequenzimetro possono essere indagati anche alcuni difetti di funzionamento dell’organo cardiaco.
LATTOCIDOMETRO
L’acido lattico si forma nel muscolo quando questo si contrae senza che vi sia una sufficiente quantità di ossigeno. Mano a mano che lo sforzo cresce, cresce anche la quantità di acido lattico sia nel muscolo che nel sangue. Il lattacidometro è, dunque, lo strumento che misura il livello di acido lattico nel sangue. L’acido lattico rappresenta un ottimo indicatore del lavoro svolto dal cavallo. Questo perché la concentrazione di acido lattico presente nel sangue è proporzionale a quella presente nel muscolo. Lo si calcola ogni qualvolta l’animale sia stato messo sotto sforzo o anche dopo la passeggiata di routine. La lattacidemia rappresenta il livello di acido lattico nel sangue e permette di verificare, prima di un allenamento, se il cavallo può sostenerlo perché dà una serie di informazioni dirette in relazione allo stato muscolare. Altrettanto utile risulta misurare come il cavallo “recupera”, effettuando misurazioni successive allo sforzo, dopo 30 minuti dal lavoro e, ancora, dopo 60 minuti. Non si dovrebbe superare la soglia anaerobica che rappresenta la velocità o frequenza cardiaca corrispondente a 4 millimoli di acido lattico nel sangue. Al di sopra di essa, l’acido lattico si accumula velocemente e proseguire il lavoro risulterà difficile per il cavallo. La soglia anaerobica sarà più alta nei cavalli più allenati.