Tra i film più belli del cinema c’è sicuramente da citare La storia infinita, realizzato in seguito al romanzo di Michael Ende e rimasto nei cuori e nelle menti di molti anche dopo tutti questi anni.
La nostra attenzione si focalizza su Artax, un cavallo pezzato delle dimensioni di un pony con gambe corte e torchiate; grazie a queste caratteristiche il suo padrone, il pelleverde Atreiu, riesce a montarlo senza difficoltà.
Il cavallo è uno dei più forti e veloci di tutto il Mare Erboso, dei cui steli si ciba, si tratta di un animale coraggioso, giudizioso e allegro che dimostra grande fedeltà al suo padrone.
Ma Artax compare davvero per poco tempo ne La storia inifinita e a causa della sua morte prematura è uno dei pochissimi personaggi con la propria storia conclusa.
Il cavallo muore nella palude della tristezza, nel quale si affonda solo se ci si lascia trascinare dai pensieri tristi. Una scena commovente e strugente, la sofferenza del piccolo Atreiu è straziante mentre la morte di Artax lascia un senso di vuoto dentro al cuore.
La scena è altamente simbolica: il cavallo bianco simboleggia lo spirito, la purezza, l’innocenza, la rettitudine; la palude, nera, melmosa e sconfinata rappresenta il lato oscuro del mondo e della vita, indefinito e confuso, crudele e egoistico, infido e traditore. Nel libro, non si parla di tristezza ma di “disperazione”: Artax muore annegato nella palude, come lo spirito può finire soggiogato e “annegato” dall’interesse, dal potere, dal denaro, dall’odio e dalla gelosia.
Di seguito la scena della palude: