Sanfratellano

san fratellanoSui monti Nebrodi, a circa 700 metri d’altezza, si trova San Fratello, un paesino conosciuto per le origini della famiglia Craxi e per i selvaggi cavalli che dominano i suoi boschi.

Questo piccolo paese sorge in un territorio roccioso, dominato da temperature rigide e da frequenti precipitazioni nevose invernali. Il Sanfratelliano, dalla sua origine ad oggi, ha dovuto lottare contro queste condizioni atmosferiche, oltre che contro la fama, e ha sviluppato un fisico molto forte e robusto.

Sebbene non sia stata ancora riconosciuta, la razza vanta una lunga storia, che parte dal primo periodo dell’undicesimo secolo. Molti studiosi si sono interrogati sull’incrocio di sangue che ha portato alla sua nascita, fino ad arrivare alla conclusione che essa sia il risultato dell’unione tra la stirpe arabo-normanna e quella indigena. Nel 1086, infatti, i cavalli arabi rimasti in Sicilia dopo lo sbarco a Milazzo (Messina), e quelli portati da Ruggero I durante la conquista normanna, si incontrarono.

Le caratteristiche della razza che ne derivò, quella dei Sanfratelliani, non si sono mantenute invariate, in quanto in epoca moderna, è stato effettuato un gran numero di incroci con stalloni Hacney, Maremmani, Mecklemburghesi, Lipizzani e ungheresi Nonius. Questi mescolamenti di sangue sono stati voluti per portare alla correzione della testa greve, dei garretti troppo vicini, e delle pastoie cedenti. Il frutto di questa selezione ha portato al cavallo che conosciamo oggi sotto questo nome, un cavallo con  profilo dritto, incollatura di lunghezza intermedia, arti forti e muscolosi, e criniera fitta. Grazie a questi miglioramenti è possibile considerare il Sanfratelliano, non più solo un cavallo da lavoro, ma anche uno sportivo.

La razza è mantenuta per lo più allo stato brado, praticando una leggera selezione, ma non influendo sulla libertà dei circa 3.000 esemplari presenti nella zona dei monti Nebrodi. Ai cavalli vengono riservati pascoli di bovini e ovini, in disuso soprattutto durante la stagione invernale, periodo in cui questi animali più delicati vengono trasferiti nelle pianure dove vengono accolti e curati dall’uomo.

Gli allevatori sono circa 600, e nonostante la razza non sia delle più conosciute, sono soddisfatti dei loro animali, e gli curano con grande amore e stima.

Come  tradizione vuole, dal 1948, ogni anno a San Fratello si tiene un evento, a metà tra mostra e concorso, dove vengono invitati tra i duecento e i trecento migliori soggetti scelti tra i puledri tra i 18 e i 36 mesi, e tra le fattrici con redo o senza. La rassegna è pubblicizzata e preservata dall’assessore Mangione, al quale si devono alcuni dei più importati scritti scientifici sulla razza, che si impegna ogni anno a ricordare i rigorosi requisiti che gli esemplari scelti per la mostra devono possedere: primo tra tutti quello del mantello, che deve essere totalmente omogeneo e non deve esibire nessuna macchia di colore bianco.

La conservazione della razza si deve soprattutto all’Istituto dell’Incremento Ippico con sede a Catania, il cui intervento è stato d’aiuto all’istituzione delle cinque stazioni di monta esistenti nel territorio, finanziate dallo Stato. Ogni cavallo possiede il proprio certificato di nascita che ne attesta le origini. Questo allo scopo di ottenere una razza riconosciuta dallo Stato, poiché nonostante si possa considerare come frutto di accurate selezioni, non possiede ancora un vero e proprio marchio. A supporto di questa campagna, ricordiamo, oltre all’Istituto dell’Incremento Ippico e ai singoli allevatori, il sindaco Marasseri di San Fratello. Gli allevatori sperano di arrivare al tanto inneggiato cavallo DOC, proprietario di un pedigree.

La richiesta della razza sul mercato è quasi del tutto assente, secondo molti a causa del mancato riconoscimento della razza da parte dello Stato: secondo i sostenitori di essa, risulta impossibile concepire altre motivazioni legate alla mancanza di richiesta sul mercato poiché i cavalli Sanfratelliani sono dotati di un carattere docile, di uno sguardo vivace, di una mente sveglia, e di un fisico robusto. Altre caratteristiche specifiche sono: il mantello baio, morello o in rari casi sauro; il garrese con buona conformazione; la testa allungata con profilo dritto o montonino; il collo mediamente lungo con fitta criniera; la groppa larga e muscolosa; gli arti forti con pastorali brevi; gli zoccoli molto resistenti.

La sua altezza è in genere stimata tra i 155 e i 165 cm, il torace risulta avere una circonferenza tra i 175 e i 185 cm, mentre lo stinco misura una circonferenza compresa tra i 19 e i 21 cm.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *