Dal momento che, come si è visto, un cucciolo non può ingerire un quantitativo eccessivo di cibo, bisogna che l’alimento somministrato sia molto concentrato e contenga almeno 4 calorie al grammo.
Gli alimenti che consentono questa percentuale sono principalmente i lipidi, ossia i grassi che hanno un altro vantaggio: sono più appetibili e quindi stimolano la loro assunzione. Da evitare, invece, subito dopo lo svezzamento, l’assunzione eccessiva di carboidrati (amidi) che il cucciolo non riesce a metabolizzare facilmente e, in più, possono provocare patologie gastrointestinali.
Acidi grassi omega 3 e omega 6 aiutano a migliorare i processi di apprendimento del cucciolo nonché lo stato del pelo, della cute e della retina. I fosfolipidi, invece, favoriscono la mineralizzazione della cartilagine.
Ci sono allevatori che tendono a nutrire eccessivamente i cuccioli, nella (falsa) convinzione che in tal modo si evitino i disturbi da carenze alimentari. Ma quantità eccessive di energia nella fase di crescita non fa che stimolare lo sviluppo delle cellule adipose, che provocano o predispongono all’obesità e, in seguito, a disturbi cardiovascolari oppure endocrini. Problemi maggiori conseguenti a un’alimentazione sconsiderata li incontrano i cani di taglia grande o gigante: in questi esemplari da cuccioli, un brusco incremento ponderale conduce l’apparato scheletrico, dallo sviluppo lento, a stress di tipo meccanico. Ciò comporta, a volte, lo sviluppo di distrofie ossee.
I mangimi completi ora in commercio sono bilanciati apposta per le esigenze del cucciolo.
Dai lipidi ai carboidrati, è necessario considerare i protidi. Anche le proteine, utili a supportare la sintesi di nuovi tessuti, non vanno dimenticate nella dieta per il cucciolo. Le proteine di tipo animale, come le uova, la carne e il pesce, sono le più indicate in quanto facilmente digeribili. Gli alimenti per cuccioli dovrebbero infatti contenere dal 23 al 30% di proteina grezza.
Calcio e fosforo sono fondamentali per lo sviluppo scheletrico ma è da evitare l’iperdosaggio attraverso integratori; anche un eccessiva quantità di fosforo rispetto al calcio potrebbe causare danni. Il rapporto ottimale di calcio-fosforo varia da 1:1 a 2:1 in favore del primo. I piccoli di grossa taglia il contenuto di calcio su sostanza secca non dev’essere superiore all’1,3%, mentre per i cani di taglia minore può raggiungere tranquillamente valori fino all’1,7%
Anche le patologie conseguenti a uno squilibrio di calcio non sono così infrequenti: un suo eccesso nella dieta porta a una ossificazione endocondrale precoce. Stessa conseguenza è rilevata dalla somministrazione eccessiva di vitamina D che causa calcificazione precoce delle ossa lunghe.