Perché i gatti si attaccano? Il comportamento di attacco tra i nostri amici a quattro zampe può risultare frequente e le motivazioni per questo atteggiamento possono essere diverse.
Tra i gatti domestici sono i maschi, più delle femmine, ad essere propensi al combattimento. Come avviene tra i gatti selvatici, anche per i gatti domestici, la ragione maggiormente comune per l’atteggiamento di attacco e di lotta è la concorrenza esistente tra due esemplari di genere maschile per accoppiarsi con una specifica femmina. Nel caso due gatti entrino in competizione per l’accoppiamento è molto probabile e frequente che sia il maschio più possente ad avere la meglio.
Altro motivo frequente per il quale i gatti entrano in conflitto e lottano tra di loro è la difficoltà nello stabilire, all’interno delle mura domestiche, i territori di ogni individuo soprattutto se sono presenti più gatti in una casa piccola.
Per quanto concerne le lotte intraprese dalle femmine, queste possono avere origini scatenanti differenti da quelle maschili: due gatte possono litigare per il territorio, come i loro compagni, ma anche e soprattutto per preservare l’incolumità dei loro cuccioli.
La sterilizzazione delle gatte femmine e la castrazione del gatto maschio diminuiscono grandemente (se non eliminano completamente) il comportamento aggressivo di attacco. Questa evidenza suggerisce che il comportamento aggressivo nei gatti (domestici o selvatici che siano) possa essere collegata alla presenza degli ormoni sessuali. In molte specie è ricorrente, infatti, che il comportamento sessuale sia associato anche a quello di aggressione e attacco.
Quando un gatto è in posizione di attacco è solito tentare di apparire più imponente così da incutere timore nell’avversario gonfiando la propria pelliccia, inarcando la schiena e girandosi di lato.
È frequente che un gatto in procinto di attaccare porti le orecchie all’indietro o verso il basso per far sì che gli organi interni dell’orecchio vengano protetti e non lesionati durante il potenziale combattimento.
La posizione delle orecchie viene inoltre utilizzata per captare rumori, e quindi potenziali minacce, presenti alle loro spalle mentre la concentrazione visiva è calamitata in avanti verso il nemico.
Durante la fase di attacco il gatto è anche solito emettere dei vocalizzi molto forti mostrando i denti; queste azioni vengono messe in atto allo scopo di intimidire ulteriormente l’avversario.
Durante il combattimento i gatti utilizzano le zampe anteriore per sferrare colpi diretti al viso e al corpo dell’avversario e utilizzano anche la bocca per afferrarlo; è inoltre frequente che si sdraino a terra sulla schiena, in posizione difensiva, portando le zampe a coprire la pancia per sferrare dei forti calci verso l’avversario.
È raro che i combattimenti causino gravi danno ai nostri gatti e la loro durata è per lo più breve; un combattimento si conclude generalmente con il perdente il fuga con non più di un paio di graffi.
I gatti che combattono per i diritti di accoppiamento solitamente risultano più violenti e i danni, in casi del genere, possono risultare più ingenti per il perdente.
Nonostante le ferite non siano gravi nel caso di una zuffa tra gatti queste possono infettarsi ed i morsi trasmettere, attraverso la saliva, virus come la FIV e la FeVL.
È il caso di prestare molta attenzione alla competizione che si può innescare tra i nostri gatti in caso di triangoli amorosi e di ambienti troppo ristretti per evitare che le conseguenze di un comportamento naturale e funzionale diventino pericolose.