Il Cavallo Andaluso è anche chiamato “Cavallo Spagnolo” ed ha avuto un ruolo molto importante sia nella storia dell’uomo che in quella delle razze equine. È il simbolo dell’Andalusia, terra arsa dal sole, che ha saputo forgiarne il carattere.
Tipo: dolicomorfo
Luogo d’origine: Spagna
Diffusione: Spagna
Mantello: grigio, baio, sauro
Altezza al garrese: 1,50-1,62 m
Impieghi ed attitudini: sella e tiro leggero
Carattere: vivace, coraggioso
Le razze su cui ha influito principalmente sono state quelle europee e quelle americane. Trasportato dai Conquistadores, arrivò oltreoceano dove il cavallo si era addirittura estinto 8000 anni addietro. L’Andaluso figura in tutte le battaglie più importanti della storia spagnola. A raffigurarlo Velazques e Goya nei loro quadri. È un cavallo in grado di sedurre con i suoi occhi grandi ed espressivi tanto che è diventato il simbolo della rovente Andalusia, una terra che ha saputo dargli un carattere forte e nobile.
Cenni Storici
È piuttosto difficile definire con precisione quali siano le origini dell’Andaluso. I primi cavalli furono importati in Spagna sul finire del 250 a.C. durante la conquista di questa terra da parte di Asdrubale. Si trattava di circa 2000 esemplari di razza berbera originari della Numidia. Già Giulio Cesare nel “De Bello Gallico” parla di “Equus Iberico” (Cavallo Iberico) in cui si era imbattuto in Spagna. Non è, comunque, da escludere l’ipotesi che questi cavalli fossero già giunti in Spagna attraverso l’istmo che collegava lo stretto di Gibilterra, prima di subire la glaciazione che interessò l’Africa del Nord. Un’altra ipotesi, probabilmente più credibile, è che, in realtà, il cavallo andaluso derivi dai cavalli di razza berbera (che erano stati condotti in Spagna dai mori) e dai cavalli arabi, razze poi incrociate con le quelle locali (Sorraia, Garrano, Galaicoasturiano e Pottok). La penisola Iberica fu occupata dai Musulmani fino al 1492 e nel corso di oltre otto secoli venne definirsi la razza andalusa così come la conosciamo. I geni che più si rintracciano nell’Andaluso sono quelli dei Berberi e dei Teutonici oltre alle razze locali.
L’uso che si faceva di questo cavallo era, in primis, come mezzo di trasporto. Poi venne usato per la cavalleria di corte. Nel Medioevo il suo allevamento venne sostenuto e favorito dalle dinastie spagnole che ne garantirono la razza prestigiosa ai militari. Nel 1476 erano i monaci certosini di Jerez de la Frontera ad allevarli. Proprio a loro si deve la purezza degli esemplari. I monaci selezionarono con cura gli esemplari prediligendo i ceppi puri senza prendere in considerazione le ibridazioni. Tra le curiosità da conoscere c’è quella che i monaci minacciavano di scomunica chi non allevava i cavalli andalusi secondo le loro direttive. La loro meticolosità favorì la purezza della razza.
Soltanto nel regno di Filippo III furono possibili le ibridazioni non senza danni. Il direttore dell’allevamento Reale Hieronymo Tiuti favorì gli incroci poco premeditati con Normanni, Danesi e Napoletani. Ne conseguirono cavalli pesanti e poco scattanti. Altri danni furono compiuti da Napoleone Bonaparte che portò con se i migliori esemplari rimasti. Si salvarono soltanto i cavalli Andalusi racchiusi nei monasteri da cui discendono ancora oggi gli esemplari migliori. Furono i monaci certosini a creare il Certosino, cavallo affine all’Andaluso.
Morfologia
Il mantello dell’Andaluso è comunemente grigio. Non è raro imbattersi in mantelli morello, baio e roano. La pelle è sottile mentre i crini fini. La coda e la criniera sono facilmente riconoscibili perché folte ed ondulate. La sua testa ha una conformazione elegante ed espressiva non troppo grande. Il suo profilo appare rettilineo mentre i suoi occhi sono particolarmente espressivi. Le orecchie sono piccole con le punte rivolte all’infuori. Le sue narici sono elastiche e dilatate mentre il collo è possente attaccato solidamente al resto del corpo. La spalla è in grado di essere sciolta ed appare lunga e mobile. Il garrese è prominente mentre la groppa possente. La coda è bassa mentre petto e torace sono ampi e profondi. Gli arti non sono lunghissimi ma medi con avambracci possenti e forzuti, stinchi corti e garretti robusti. I garretti robusti garantiscono grande mobilità delle articolazioni. I tendini sono asciutti. I piedi sono piccoli ma alti, solidi e con un’unghia dura.
Uso
L’Andaluso è un cavallo che si caratterizza per velocità, resistenza e bellezza. È molto dinamico e fiero grazie alla sua andatura spettacolare. È stato in passato, e lo è in tempi moderni, grande interprete dell’Alta Scuola ovvero l’equitazione in cui, ad avere la meglio, sono i movimenti del cavallo che vengono esaltati in tutta la loro fierezza. Proprio per questo motivo, l’Andaluso era molto ricercato dalle corti per le esibizioni.
Oltre a questo genere di utilizzo, l’Andaluso è anche utile negli allevamenti di bovini. I Vaqueros li utilizzano ancora oggi per domare le loro mandrie.
L’Andaluso ha avuto il ruolo di miglioratore e fondatore di alcune razze su cui la sua influenza è stata determinante. Stiamo parlando di razze europee ed americane come il Criollo ed il Quarter Horse. In America il cavallo Andaluso venne introdotto, oltre che dai Conquistadores spagnoli anche ad opera di Cristoforo Colombo.