I puledrini si comportano proprio come qualunque altro cucciolo.
Se hanno la fortuna di poter stare liberi per qualche ora in un bel prato verde, non è difficile vederli rincorrersi, sguazzare nelle pozzanghere oppure “litigare” mordendosi i garretti reciprocamente. Sebbene con i suoi simili il cavallo è allegro e spensierato, con l’uomo si comporta diversamente, soprattutto, se è costretto a vivere in un box in isolamento. Ciò non significa che il cavallo diventi intrattabile. Piuttosto esso vuole che con l’uomo venga instaurato un rapporto corretto che gli consenta di stare tranquillo e non temere per la sua incolumità.
Ecco perché uno stalliere, un cavaliere, un fantino o, in generale, un uomo di cavalli deve essere in grado di interpretare tutti i segnali che il cavallo gli lancia. In generale, deve conoscere il cavallo sapendo alla perfezione cosa fare e cosa non fare in ogni occasione. Questo permetterà all’essere umano di instaurare un buon rapporto con il cavallo. Tenete presente che, comunque, il cavallo resta uno degli animali più esigenti e permalosi ma anche uno dei più fifoni. L’acuto osservatore e conoscitore degli equini Federico Tesio scriveva che i cavalli provano nei confronti dell’uomo una sensazione di sottomissione. Un sentimento che potrebbe essere paragonato a quello che provarono i barbari quando furono sconfitti dai Romani e fatti schiavi. Una sottomissione che li costrinse a lavorare duramente e a perdere la loro supremazia. Al cavallo l’uomo ha imposto nei secoli, più o meno la stessa condizione. L’uomo lo addomestica mettendogli un ferro in bocca che può essere un vero e proprio strumento di tortura. Se tirato bruscamente il cavallo deve capire che deve fermarsi ma serve anche ad indicargli la direzione da prendere se tirato verso destra o verso sinistra. I movimenti assunti dal cavallo una volta tirato il ferro servono all’animale per sfuggire al dolore o al ricordo dello stesso.
Per soggiogare il cavallo l’uomo ha stilato, nel corso dei secoli, un voluminoso vocabolario in primis per comunicare con l’animale che è in grado di interpretare i vari suoni della voce umana. Il rapporto umano/cavallo è regolato dal meccanismo dei benefici: l’umano addestra il cavallo per raggiungere determinati obiettivi mentre l’animale vuole semplicemente un posto dove poter alloggiare e mangiare a sufficienza. Il lavoro viene somministrato dall’uomo attraverso strategie premeditate che lo hanno portato a conoscere e comunicare con l’animale per ottenere vantaggi maggiori. Anche se spesso si crede il contrario, la gran parte degli allenatori e dei fantini ama i cavalli atleti anche se devono mantenere un rapporto quanto più professionale possibile. Il rapporto amichevole deve essere lasciato da parte perché i rendimenti alle gare e il denaro conseguente, spesso hanno la priorità.
I semplici appassionati di equitazione e di cavalli manifestano, invece, una pura e semplice volontà di riavvicinarsi alla madre terra e alla natura grazie al contatto con un animale unico come il cavallo. L’animale, anche se addomesticato e sottomesso, resta comunque un simbolo vitale di libertà. Il solo fatto di poter salirgli in groppa e galoppare con lui nei boschi trasmette serenità e pace interiore. Una sensazione preziosa di cui bisogna fare tesoro nell’epoca in cui viviamo oggi, dove lo stress metropolitano spesso ci soffoca.
Con il cavallo si può stabilire un rapporto basato sul rispetto reciproco che si realizza giorno dopo giorno. Questo è possibile tenendo conto alcune avvertenze. Prima fra tutte è che il rapporto con il cavallo è un rapporto che si crea lentamente ed è in continuo divenire. Il rapporto uomo/cavallo si instaura soltanto se c’è pazienza e calma da parte dell’uomo. Non esiste il classico colpo di fulmine.
La prima cosa da decidere con attenzione è dove far alloggiare il cavallo. Un box riservato unicamente a lui in una stalla potrebbe diventare la sua casa. Un box deve essere funzionale e ben curato. Se questo luogo verrà percepito dall’animale come sicuro ed accogliente, il cavallo sarà sicuramente felice di abitarvi. All’interno del box, il cavallo non deve rimanere per troppo tempo da solo ed isolato. Se dovesse annoiarsi, infatti, il cavallo potrebbe iniziare ad assumere diversi vizi. Tra questi rientra l’addentare con forza il bordo della mangiatoia. Ciò potrebbe portare a delle conseguenze spiacevoli per la salute come contratture al collo o alla mandibola. Inoltre, attraverso questa pratica il cavallo potrebbe ingerire anche una quantità eccessiva di aria, fenomeno non proprio piacevole per la sua salute. Ogni volta che potete, dunque, fate in modo che il cavallo possa correre all’aria aperta e stare in vostra compagnia. Vi ricompenserà con il suo affetto e si eviterà la comparsa di vizi problematici. E’ meglio stabilire le visite ad una cadenza ben definita perché i cavalli sono molto abitudinari. In questo modo, saranno in grado di riconoscervi più facilmente e accogliervi con nitriti di gioia.
Stabilite un richiamo affettuoso con il vostro cavallo, magari accompagnato da una ricompensa commestibile. Che sia uno zuccherino, una carota o dei pezzi di mela non ha importanza: la ricompensa, accompagnata da qualche carezza farà in modo che il cavallo, con il tempo, si affezioni a voi. Non ritraete subito la mano ma lasciatela protratta verso di lui così da poterlo far giocherellare. Quest’ultimo è un passatempo molto apprezzato dai cavalli. Se malauguratamente dovesse accadere che vi morda un dito con forza, create un diversivo con l’altra mano. Evitate i movimenti bruschi che non farebbero altro che spaventarlo. Non bisogna essere prevenuti nei confronti dei cavalli ma cogliere ogni loro segnale per comprenderli meglio.
Se un cavallo sta bene ed è allegro allora sarà prontamente disposto ad uscire dal box al vostro arrivo. E’ in quella fase che il cavallo ritrova la sua dimensione naturale e la voglia di giocare. Proprio per questo motivo, vi potrà risultare complicato sellarlo e tutto il resto. In questo caso, serviranno delle pacche sul collo fino a giungere verso la sella. Questi movimenti devono essere accompagnati da un tono di voce calmo e sicuro. Una volta conclusa l’operazione della vestizione, dovete montare in sella. Fate attenzione perché l’esuberanza del cavallo si manifesterà proprio in questa fase quando cercherà di sgroppare e correre per smaltire un riposo prolungato.
Per limitare l’agitazione fate attenzione all’alimentazione che somministrate al vostro cavallo. Tenete da conto che l’avena ha un elevato potere eccitante e va somministrata con parsimonia ad un cavallo che manifesta già i segni dell’agitazione.
Inoltre, badate bene agli altri cavalli presenti nella scuderia. Proprio come molti altri animali anche il cavallo tende ad imitare i suoi simili. Basta che un cavallo gli si avvicini scuotendo la testa che immediatamente esso lo imiti. Spesso, però, questi movimenti aiutano l’animale a liberarsi da insetti che gli danno prurito. L’imitazione spiegherebbe anche perché un cavallo che nel corso di una competizione disarciona il proprio fantino, continua a correre. Certamente, però, un cavallo senza fantino non arriverà a tagliare il traguardo perché non è stimolato allo sforzo prolungato.
Molte attività possono essere insegnate al cavallo sotto forma di gioco. Ad esempio, se il cavallo non vuole superare una pozza d’acqua scendete dalla sua groppa e immergete i piedi nella pozza. Meglio ancora se ci sono altri cavalli che non temono l’acqua: il vostro cavallo li seguirà sentendosi rassicurato dal loro buon esempio.
Anche se può sembrare faticoso tirare fuori il lato affettuoso di un cavallo, basta un po’ di pazienza. Il risultato che ne consegue sarà un cavallo felice. Non solo. Si instaurerà anche un rapporto unico nel suo genere.