Il petauro dello zucchero

Petauro dello zuccheroIl Petaurus breviceps, comunemente detto petauro dello zucchero o scoiattolo voltante, è un mammifero appartenente alla sottoclasse dei Metatheria (marsupiali) e alla famiglia dei Petauridae che popola la Nuova Guinea, alcune isole vicine (come l’arcipelago di Bismark) e l’Australia settentrionale e orientale.

Questi petauri possono vivere nelle foreste di tutti i tipi se esiste la possibilità di un adeguato approvvigionamento alimentare. Costruiscono i loro nidi tra i rami degli alberi di eucalipto all’interno del loro territorio e, poiché sono stati ritrovati anche nel sud dell’Australia, devono essere in grado di affrontare il freddo in modo efficace.

Il petauro dello zucchero è un marsupiale relativamente piccolo in quanto, pesa circa 100 grammi e misura tra i 12 e i 32 centimetri con la coda che va da 150 a 480 millimetri. Il colore di questi animali è blu-grigio sul dorso, mentre il ventre risulta più chiaro. Una striscia scura corre lungo la schiena dal naso fino alla coda e altre strisce di uguale colore sono presenti sui lati del volto dall’occhio all’orecchio.

I petauri dello zucchero posseggono una membrava a vela che unisce le zampe anteriori a quelle posteriori che può essere aperta mediante l’allargamento degli arti. La femmina di petauro dello zucchero possiede un marsupio ben sviluppato entro il quale i cuccioli si spostano per completare l’accrescimento in seguito al parto.

I petauri dello zucchero sono animali estremamente attivi che sono in grado di planare anche per 45 metri. Nidificano in gruppi che sono composti anche di sette esemplari tra maschi e femmine adulti e i loro piccoli. Questi animali sono territoriali e ogni gruppo difende un certo numero di alberi di eucalipto che forniscono l’alimento di base. I maschi adulti del gruppo marcano regolarmente il territorio con la loro saliva, le secrezioni anali, le secrezioni degli arti e delle ghiandole odorifere.

I petauri posseggono ghiandole odorifere situate sulla fronte e sul petto che servono ai maschi per marcare gli altri membri del gruppo. Di solito c’è un maschio dominante in ogni gruppo e questo è responsabile della maggior parte della marcatura del territorio e del gruppo. Questo maschio è generalmente il più pesante, produce più testosterone e si accoppia più frequentemente con le femmine del gruppo.

Quando viene rilevato un altro esemplare che non appartiene al gruppo, questo viene immediatamente e violentemente attaccato. All’interno dei gruppi non vengono emessi comportamenti aggressivi se non quelli di sola minaccia non violenta. I petauri dello zucchero sono in grado di comunicare attraverso l’emissione di una gran varietà di suoni tra i quali è ben distinguibile il richiamo in caso di pericolo che sembra l’abbaiare di un cane di piccola taglia.

Il petauro dello zucchero è un animale onnivoro e manifesta una preferenza per la linfa dolce degli alberi di eucalipto. La loro dieta comprende anche polline, nettare, insetti e le loro larve, aracnidi e piccoli vertebrati. Durante i mesi primaverili ed estivi questi petauri si nutrono prevalentemente di insetti, soprattutto lepidotteri e coleotteri, mentre durante i mesi autunnali e invernali mangiano in maggior quantità prodotti vegetali, come la linfa e polline di eucalipto.

Questi marsupiali in cattività sono arrivati anche a 14 anni di vita e raggiungono la maturità sessuale alla fine del primo anno di vita (le femmine) e all’inizio del secondo anno (i maschi).

I petauri dello zucchero hanno un ciclo estrale di circa 29 giorni. Nel sud-est dell’Australia, nonostante in alcune zone della loro gamma non esista una stagione riproduttiva specifica, i giovani nascono solo tra i mesi di giugno e novembre.

La gestazione dura di solito 16 giorni in seguito alla quale i piccoli si spostano nel sacchetto per 70 giorni. Al termine della gravidanza i piccoli (da 1 a 2 per cucciolata) pesano circa 0,19 grammi e solo dopo 111 giorni dal parto, lasciano il nido e diventano indipendenti. A volte le femmine possono diventare ostili nei confronti dei loro piccoli così da costringerli ad abbandonare il nido.

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