Il rospo smeraldino, nome scientifico bufo viridis, è un anfibio anuro appartenente alla famiglia Bufonidae.
Si tratta di un rospo di piccole dimensioni, più piccolo e snello di quello comune: gli esemplari maschi raggiungono i 7 cm di lunghezza, le femmine possono arrivare a 12 cm. E’ di colore grigio chiaro o biancastro, con macchie irregolari verde smeraldo e sfumature rossastre, particolarmente brillanti e più grandi nella femmina; il ventre è bianco o color crema.
Il maschio è dotato di un sacco golare esterno. L’iride è giallo chiaro o verde, la pupilla è orizzontale; le ghiandole parotoidi si trovano sul collo, come nel rospo comune, ma sono più allungate.
Distribuzione e Habitat
Il rospo smeraldino è diffuso in tutta Europa tranne che nella Penisola Iberica e nella Francia Mediterranea; nel nostro paese è una specie molto comune: si trova soprattutto sul litorale tirrenico e in Pianura Padana. Lo si può trovare dal livello del mare fino a 300 metri di altitudine.
Come habitat, quest’anfibio predilige i terreni alluvionali, ma vive anche nei terreni coltivati, negli orti, nelle discariche e negli ambienti antropizzati come parchi e giardini. Ben tollerando l’aridità ed elevati gradi di salinità, vive tranquillamente sui litorali.
Abitudini e Alimentazione
Il rospo smeraldino ha abitudini crepuscolari e notturne, prediligendo la terraferma dove saltella tra l’erba alla ricerca di prede. E’ in grado di emettere un richiamo piuttosto forte, molto simile al trillo dei grilli: durante il periodo riproduttivo, i maschi cantano in gruppi numerosi, proprio come le rane verdi. Sverna tra il mese di novembre e quello di marzo in cavità naturali, muretti e tane di roditori.
Si ciba di insetti, lombrichi e gasteropodi; i girini si nutrono di materiale organico animale e vegetale.
Pericoli
I nemici naturali del rospo smeraldino sono principalmente i serpenti come il natrix natrix, il natrix maura e il natrix tessellata, i rapaci notturni e qualche volta anche i cinghiali, che mangiano i girini nelle pozze dove vanno ad abbeverarsi. I piccoli, inoltre, sono in costante pericolo a causa della siccità che prosciuga gli specchi d’acqua dove vivono.
L’uomo non è da meno: minaccia l’esistenza del rospo smeraldino distruggendo e inquinando il suo habitat naturale, senza contare le morti causate dalle auto.
Riproduzione
La stagione degli amori ha inizio dopo il letargo e coincide con l’arrivo della primavera: i rospi raggiungono i corsi d’acqua, le pozze o gli stagni, dove sono soliti riprodursi. Il maschio si aggrappa alle ascelle della femmina, dando vita al cosiddetto amplesso ascellare. Le uova vengono deposte in acqua, in un cordone gelatinoso che ne contiene circa 13 000, poi fecondate dal maschio.
I girini sono di colore grigio-marrone e lunghi 4,5 cm; la velocità di metamorfosi dipende dalla temperatura dell’acqua in cui vivono: più è calda, più rapida sarà la trasformazione. Dapprima spuntano le zampe inferiori e poi quelle anteriori, dopodiché anche l’apparato digerente muterà e da onnivori diverranno insettivori, infine anche la coda sarà assorbita. Il tempo della metamorfosi varia da 1 a 2 giorni.