Il salto ad ostacoli

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Non tutti sanno che il salto ad ostacoli non nacque come disciplina sportiva, bensì per necessità…

Nei paesi anglosassoni durante i primi dell’ottocento, i commercianti disponevano ostacoli lungo un percorso preciso in modo da permettere ai possibili acquirenti di osservare le doti e le prodezze dei cavalli in vendita: all’epoca si trattava di barriere naturali come tronchi, siepi o cataste. Spesso accadeva che, durante queste fiere agricole, si facessero scommesse, ma solo per diletto: fu a Dublino, a Parigi e anche a New York che si disputarono le prime sfide ufficiali, pur non trattandosi ancora di veri e propri concorsi ippici.

Il primo concorso equestre ufficiale si tenne nel 1902 a Torino, mentre nel 1912 il salto ad ostacoli entrò a far parte ufficialmente delle discipline olimpiche, precisamente ai Giochi di Stoccolma.

La Tecnica

Il salto consta di ben 4 fasi distinte da eseguire in rapida successione: l’approccio, lo stacco, la sospensione e l’atterraggio. Il cavaliere sollecita il cavallo usando le gambe e durante lo stacco allunga le braccia per far sì che il cavallo possa distendere pienamente il collo.

Nel momento esatto in cui il cavallo abbassa la testa per valutare la distanza che lo separa dall’ostacolo, il cavaliere esercita una leggera pressione sul morso e il cavallo risolleva la testa, raggruppa gli anteriori e i posteriori, caricandovi il peso e infine effettuando il salto. In questa fase è importante che il cavaliere sposti il peso del proprio corpo e assecondi il movimento del cavallo, e al tempo stesso non solleciti nessun movimento attraverso le redini.

Quindi il cavallo stende in avanti gli arti anteriori e solleva la testa dopo aver toccato terra, in modo da riottenere l’equilibrio e prepararsi al contraccolpo dell’atterraggio. In seguito riprende il galoppo e si prepara per il salto successivo.

E’ importantissimo l’affiatamento dell’uomo col cavallo, così come sono necessari metodi di addestramento che permettono all’animale di valutare le distanze, mantenere un buon equilibrio e saper rispondere rapidamente agli ordini.

Varietà Ostacoli

Si definiscono ostacoli semplici quelli che in genere si superano con un solo salto, mentre quelli che si trovano ad una distanza molto ravvicinata e che devono essere superati in rapida successione, sono chiamati ostacoli composti: tra questi vi è la gabbia che richiede due salti consecutivi, la doppia gabbia che ne richiede tre.

Inoltre, quegli ostacoli costituiti da elementi posti su piano verticale sono chiamati dritti: la staccionata, il cancello, il muro. Vi sono i jolly, ostacoli che se vengono superati, danno il raddoppio del punteggio ottenuto nell’ostacolo precedente.

Ancora vi è l’oxer, ovvero un ostacolo costituito da barriere separate da siepi e arbusti di altezza variabile, la triplice che è caratterizzato da tre ostacoli dritti, di altezza crescente. Di quest’ultimo, esiste la variante chiamata hog back in cui vi sono tre ostacoli dritti con un elemento più alto posto al centro.

In ultimo, la riviera: uno specchio d’acqua largo fra i 2 e i 4 metri e profondo circa 15 cm.

Requisiti del Cavallo

I cavalli più adatti a questa disciplina dovrebbero avere stinchi e tendini robusti ed allungati, dorso longilineo e giunture molto elastiche. E’ importante che l’animale sia al meglio della sua forma fisica, poiché anche un lieve danno può compromettere la riuscita del salto.

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