Il cavallo Appenninico ha trovato il proprio posto nel registro anagrafico delle razze-popolazioni a limitata diffusione nel 2010.
È un cavallo che ha visto le proprie origini una cinquantina di anni fa quando i primi esemplari di Freiberg (Franches-Montagnes) sono stati portati dalla svizzera, sulle colline reggiane, dall’imprenditore Vittorio Ortalli.
La razza, velocemente si è diffusa nell’area dell’Appennino Tosco-Emiliano e ha popolato le zone calanchive con pascoli poveri e con escursioni termiche elevate tra le stagioni.
Il cavallo, col passare degli anni, si è adattato al territorio e ha sviluppato le sue particolarità rustiche di adattabilità.
Fino a 5 anni fa si contavano 300 fattrici in Emilia-Romagna e poco meno di 2.000 su tutti il territorio italiano.
Il cavallo Appenninico è un cavallo di tipo Mesomordo, è un cavallo atto al lavoro, alla sella e da attacco medio pesante.
Il mantello di questi cavalli è solitamente baio e sauro nelle sue derivazioni, con segni particolari alla testa e balzane agli arti con la presenza anche di mantello zaino.
La testa di questi cavalli è leggera e ha il profilo rettilineo. Hanno un collo proporzionato al troco e una spalla mediamente inclinata e muscolosa.
Il garrese è largo, lungo e rilevato; il dorso è largo e diretto. I lombi sono ampi e attaccati, la groppa larga, lunga e inclinata.
Il petto di questi cavalli è largo e muscoloso, il torace è ampio e gli arti sono asciutti.
Le articolazioni sono asciutte e grosse e il piede è largo e solido.
L’Appenninico è un cavallo docile e dal buon carattere.
I maschi hanno un’altezza di circa 150/160 centimetri, mentre le femmine sono un po’ più piccole e sono alte tra i 140 e i 150 centimetri con una circonferenza toracica che va dai 160 ai 180 centimetri ai dispetto dei maschi che hanno un torace largo tra i 170 e i 190 centimetri.