L’aragosta mediterranea, il cui nome scientifico è palinurus elephas, appartiene all’ordine dei decapodi e alla famiglia delle palinuridi.
È un crostaceo dotato di un corpo molto robusto, di forma tubolare e ricoperto da una corazza: questa è rivestita di spine e tubercoli, e mediante la muta, l’aragosta se ne libera di volta in volta, sostituendola con una più grande. Il corpo possiede ben tredici paia di prolungamenti, cinque dei quali vengono usati per camminare, un paio è formato da lunghe antenne addirittura più grandi del corpo stesso, di colore giallo e rosso che sono adibite a veri e propri sensori, le altre servono per mangiare. Le zampe sono dotate di acuminati unghioni, e a differenza degli altri crostacei, non ha chele.
La coda ha la forma di un ventaglio, gli occhi si trovano in cima a peduncoli mobili. È in grado di raggiungere una lunghezza di circa 50 cm ed un peso di 8 Kg.
L’aragosta mediterranea è caratterizzata da un colore rosso-brunastro o violaceo-brunastro, e da una serie di macchie su tutto il corpo. Questo crostaceo è caratterizzato da un alto livello di emocianina, proteina respiratoria, nella circolazione comune di sangue e linfa: questa le da una colorazione viola, che però è mantenuta soltanto quando l’aragosta resta nelle profondità marine. Difatti, alla luce del sole o in superficie questo colorito violaceo scompare. È l’aggiunta di ammoniaca invece, a fissare il colore rosso.
Nel periodo della muta, il crostaceo essendo privo della corazza di protezione, è più debole e quindi facilmente attaccabile: si nasconde così dagli attacchi dei predatori, trascorrendo le giornate in una tana e nutrendosi di conchiglie di molluschi: questo genere di alimentazione permette all’aragosta di acquisire i sali minerali necessari per la nuova corazza.
Il polpo è il predatore d’eccellenza: sorprende l’aragosta mimetizzandosi sul fondo, per poi immobilizzarla e aprirsi un varco nella sua corazza.
Abitudini e Alimentazione
L’aragosta mediterranea è un crostaceo molto tranquillo che ama la vita notturna: una volta buio, esce dalla propria tana per nutrirsi di plancton, alghe, spugne, anellidi, echinodermi, briozoi, crostacei e pesci, a volte anche carcasse di questi. Durante la stagione invernale, si sposta in acque più profonde. Vive formando colonie con altri esemplari, in base alle loro abitudini gregarie.
Parecchie volte sono state avvistate, nei mari tropicali dei Caraibi, delle vere e proprie migrazioni di aragoste : esse si spostano in fila indiana, formando gruppi molto numerosi. Tuttavia, le ragioni di questo viaggio non sono ancora del tutto chiare.
Habitat
Questo tipo di crostaceo è diffuso in particolar modo nel Mar Mediterraneo e nell’Atlantico orientale. L’aragosta mediterranea vive nei fondali rocciosi o ghiaiosi ad una profondità che varia dai 20 m ai 150 m: predilige ripararsi in anfratti e tane da cui fa sporgere solo le antenne.
Riproduzione
La riproduzione avviene verso la fine dell’ estate: le uova, di un lieve colore rosa, vengono conservate dalla femmina nell’addome. Le larve nascono nel periodo invernale: sono planctoniche e prima di arrivare alla maturità, attraversano una serie di stadi durante i quali si nutrono di plancton. Una volta adulte, raggiungono il fondale marino, ovvero il loro habitat naturale.