L’asino selvatico africano, nome scientifico equus africanus, è un mammifero perissodattilo appartenente alla famiglia degli Equidi.
L’asino selvatico africano raggiunge una lunghezza di 2 m, a cui si sommano altri 30-50 cm di coda che termina con un ciuffetto di peli neri, mentre al garreze è alto 1,25 – 1,45 m, per un peso che oscilla dai 230 ai 275 kg. Il mantello, di consistenza ruvida, va dal grigio chiaro al marroncino, ed è bianco nelle zone inferiori e sulle zampe; sul dorso vi è una striscia scura. Sul collo vi è una criniera di peli rigidi e dall’estremità nera. Presenta orecchie molto grandi, dai margini neri, particolarmente importanti per il raffreddamento corporeo; gli zoccoli sono abbastanza piccoli ed hanno lo stesso diametro delle zampe.
Gli uomini hanno catturato questi ungulati per secoli, allo scopo di trasformarli in animali domestici, favorendo gli incroci tra esemplari selvatici e domestici. Ciò ha portato a un notevole declino della popolazione, tanto che al giorno d’oggi vi sono in natura solo poche centinaia di esemplari di asino selvatico africano. In più, è stato spesso cacciato per la carne e per alcune parti del corpo utilizzate nella medicina tradizionale, sia in Etiopia che in Somalia.
Distribuzione e Habitat
L’asino selvatico africano è diffuso nelle regioni dell’Africa nord-orientale, in Eritrea, Etiopia e Somalia. Abita zone deserte o semi-desertiche, le zone collinose e rocciose del deserto e i pascoli più temperati.
Abitudini e Alimentazione
Questo unguluto è attivo soprattutto nel tardo pomeriggio e di primo mattino, ovvero nelle ore più fresche della giornata; è solito trascorrere il resto del giorno nascosto sulle colline rocciose. E’ piuttosto veloce e si muove bene sul suolo roccioso: può raggiungere anche i 50 km/h. Si tratta di un animale territoriale: il maschio difende territori lunghi anche 23 km², marcandone i confini con i propri escrementi; tuttavia, non tiene alla larga gli esemplari della sua stessa specie, al contrario ben tollera la loro presenza a patto che stiano lontani dalle femmine che risiedono nel dato territorio. Può vivere in branchi formati anche da 50 membri.
A differenza degli altri ungulati, in caso di pericolo non fugge via immediatamente, ma cerca prima di intuire se si tratta effettivamente di una minaccia; se attaccato, si difende scalciando violentemente con gli zoccoli sia anteriori che posteriori. Emette un raglio assordante, addirittura udibile fino a 3 km di distanza, che permette ai vari esemplari di tenersi in contatto tra loro, anche se sparsi nell’immensa desolazione del deserto.
L’asino selvatico africano si nutre principalmente di erba, corteccia e foglie, ed avendo un apparato digerente molto resistente, è in grado di cibarsi anche dei vegetali pià coriacei. Per sopravvivere, gli bastano poche quantità di liquidi che può anche ricavare dai vegetali di cui si nutre; può resistere senza acqua anche per lunghi periodi.
Riproduzione
Quando le femmine sono in estro, sarà il maschio dominante del gruppo ad accoppiarsi con loro. La gestazione dura circa12 mesi; i piccoli saranno svezzati a circa sei mesi. Può vivere fino a 40 anni di età.