La corretta alimentazione del cavallo

alimentazione-cavalloL’impegno fisico, lo stress, i carichi di lavoro molto intensi associati all’attività agonistica e a condizioni ambientali non favorevoli possono condurre il cavallo atleta ad una diminuzione del suo benessere.

Una condizione che si traduce non soltanto in una riduzione della prestanza atletica ma a vere e proprie patologie che potrebbero segnare con la parola fine la carriera sportiva dell’animale.

Anche l’alimentazione scorretta può influire sulle prestazioni atletiche del cavallo e sul suo benessere psico-fisico. Un corretto management alimentare viene considerato tra i vari fattori esterni dal ruolo fondamentale. Se gli apporti nutritivi vengono ben bilanciati, dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo, il cavallo atleta potrà esplicare al meglio le sue potenzialità genetiche. Ecco perché molte patologie, più gravi o meno gravi, possono essere imputabili ad uno scorretto regime alimentare.

Nonostante l’attenzione sempre più costante all’alimentazione degli esemplari di cavallo che hanno una carriera sportiva, non sono ancora stati definiti dei piani alimentari veri e propri. Perciò, non è raro imbattersi in razionamenti approssimativi e basati sulla tradizione piuttosto che ad altri basati su criteri scientifici. Ciò potrebbe essere pratica comune di scuderie moderne ad alto livello che di scuderie tradizionali dagli standard più bassi. Il regime alimentare cui sottoporre il cavallo dovrebbe essere adeguato al tipo di attività fisica cui l’animale viene sottoposto. L’attività fisica può variare in sforzi brevi ma intensi, come nel caso delle corse al galoppo o al trotto, e in sforzi lunghi ma di intensità moderata, come nel caso dell’endurance.

L’energia nel cavallo così come negli esseri umani è misurata in Kilocalorie (Kcal) oppure Megacalorie (Mcal) di energia digeribile (ED). Quest’ultima si riferisce alla quantità di energia degli alimenti che viene assorbita dal cavallo.

Grafico 1 – Tipi di fibre muscolari in diverse razze equinepercentuali-energia-cavalli

Tabella 1 – Caratteristiche metaboliche dei diversi tipi di fibre muscolari

Tipo I

Tipo II

Tipo II

CLASSIFICAZIONE

Contrazione lenta

Contrazione rapida

Altamente ossidativa

(II A)

Contrazione rapida

(II B)

Velocità di concentrazione
lenta

veloce

veloce

Massima tensione sviluppata
bassa

alta

alta

Capacità ossidativa
alta

Da intermedia ad alta

bassa

Densità capillare
alta

intermedia

Bassa

Contenuto in lipidi
alto

intermedio

basso

Contenuto in glicogeno
intermedio

alto

alto

Resistenza alla fatica
bassa

intermedia

alta

I fabbisogni di energia digeribile sono calcolati in base a fabbisogni di mantenimento ai quali si aggiunge la quantità di energia addizionale che viene bruciata nel corso di qualunque attività fisica come si evince dal grafico 2.

ALIMENTAZIONE CORRETTA DEL CAVALLO

Grafico 2 – Fabbisogni di energia digeribile per il lavoropercentuali-energia-cavalli-2

Tra le fonti energetiche si annoverano i carboidrati come amido e fibra, i lipidi e le proteine. Queste fonti vengono bruciate dall’organismo a seconda dell’intensità delle attività che vengono svolte ma anche a seconda della disponibilità di fonti alternative e dall’influenza degli ormoni.

Il metabolismo muscolare a riposo è sostenuto, per lo più, dai lipidi con un consumo inferiore rispetto a quello che servirebbe per l’ossidazione dei carboidrati. Se l’intensità dell’esercizio fisico aumenta, la quota di energia fornita dai carboidrati aumenta finché i carboidrati non si ossidano per via dell’ossigeno consumato dai muscoli. Un consumo ulteriore di carboidrati corrisponde anche ad un aumento dell’acido lattico in quanto essi seguono la via anaerobica. I muscoli utilizzano, per lo più, carboidrati provenienti dal glicogeno muscolare. Marginale risulterebbe, invece, il ruolo del glucosio ematico per un minimo di 10% ad un massimo di 75% nell’ambito dell’esercizio fisico prolungato. I livelli di glucosio ematico vengono immagazzinati dalle riserve glicogeniche epatiche oltre che da quelle provenienti dalla dieta. Il rilascio di questo tipo di glucosio avviene con la glicogeno lisi. Quando aumenta la prestazione e si protrae per tempi prolungati allora può essere rilasciato fino al 45% di glucosio epatico. La neoglucogenesi si ha a partire da precursori come lattato, glicerolo ed aminoacidi (alanina).

L’amido può essere reperito nella sostanza secca della cariosside dei cereali di cui ne rappresenta 50-70%. Gli alimenti che lo contengono sono il mais, l’orzo e l’avena. Esso viene digerito in primis nell’intestino tenue dove si trasforma in glucosio, il cui rendimento energetico è ottimale. Se dovesse essere consumato troppo amido la digestione ne risulterebbe inibita con conseguenti acidosi digestive, accumulo di endotossine che possono avere ripercussioni anche gravi come le coliche. Per scongiurare queste patologie sarebbe utile limitare le razioni di cereali e, magari, diffonderle lungo tutta la giornata: poche dosi più spesso.

I cereali possono essere resi più digeribili attraverso alcuni trattamenti tra cui la schiacciatura, la bagnatura e la cottura. Quest’ultima diminuisce le fermentazioni microbiche.

Gli estrattivi inazotati possono accrescere la riserva glicogenica muscolare. Questa pratica, però, può far aumentare l’acido lattico favorendo fenomeni patologici muscolari come le rabdomiolisi acute. L’affaticamento è dovuto al fegato che non riesce a rilasciare glicogeno. Il glicogeno è, però, molto utile ai cavalli sottoposti a sforzi molto prolungati. Il glucosio può ritardare lo stato di fatica mantenendosi costante nel sangue. Se il glucosio viene ingerito 30 o 90 minuti prima di compiere attività fisica, grazie al suo assorbimento rapido, determina una iperinsulinemia che favorisce l’assimilazione del glucosio. Durante l’attività fisica verrà consumata una maggiore quantità di glucosio ematico ed una minore quantità di lipidi. I grassi vengono scarsamente utilizzati. Fruttosio e sorbitolo sono più consigliati del glucosio per via del loro assorbimento progressivo che consentirebbe un’utilizzo anche dei grassi immagazzinati.

Nei prossimi articoli approfondiremo i lipidi, le proteine, la fibra grezza, i minerali e le vitamine.

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