La razza e la risposta immunitaria

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Non solo l’età quindi ma anche la razza può rappresentare una variabile capace di influenzare la risposta immunitaria di un animale come il cane.

Ci sono predisposizioni genetiche che variano da razza a razza: alcune possono presentare immunodeficienze immunitarie che rendono inutile la vaccinazione. A seconda delle malattie, sono diverse le risposte immunitarie ai vaccini: doberman e rottweiler sono per esempio razze particolarmente sensibili alla parvovirosi e, a volte, nonostante i vaccini, si ammalano ugualmente.

I protocolli vaccinali, anche per questo motivo, non sono gli stessi per tutti e esistono diverse linee di pensiero riguardo alla possibilità di adattare diversi protocolli alle singole necessità. C’è comunque un programma “base” per tutti gli animali deciso in base alle aree geografiche di appartenenza: si utilizzano vaccini in grado di dare agli animali protezione contro malattie temibili per virulenza, alta infettività e incidenza su quel determinato territorio. Il loro rapporto rischi/benefici è molto alto e queste vaccinazioni sono ritenute utili anche per questioni di salute pubblica oppure sono obbligatorie per legge (vedi rabbia).

Il gruppo base di vaccinazioni comprende il cimurro, la parvovirosi, la leptospirosi e l’epatite infettiva. A queste si associano, a seconda dell’area di riferimento, altri vaccini. Alcune tra le tabelle protocollari più accreditate consigliano, ad esempio, la tracheobronchite infettiva oppure la malattia di Lyme.

Le linee guida mondiali consigliano ormai di ripetere le vaccinazioni con cadenza triennale e non più annuale come prima: trattamenti immunitari non necessari potrebbero anche essere controproducenti. In questi casi è sempre meglio rivolgersi al proprio veterinario di fiducia che conosce anche l’andamento delle patologie nella particolare zona in cui opera e in cui vive il cane stesso. Alcuni professionisti, tuttavia, non dividono le vaccinazioni ma preferiscono farne una contro tutte le malattie ricorrendo a vaccini polivalenti. Questo consente anche, di solito, di abbattere i costi, con benefici sia per il veterinario che per il padrone del cucciolo.

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