La tartaruga azzannatrice, conosciuta anche col nome di chelydra serpentina, appartiene alla famiglia delle Chelydridade: assieme alla tartaruga alligatore, è la specie di acqua dolce più grande al mondo.
Il carapace della tartaruga azzannatrice misura circa 50 cm per un peso che arriva anche ai 6 kg, mentre il piastrone è più piccolo. La testa è tozza e massiccia, il collo è ben sviluppato; possiede una coda abbastanza lunga, una mascella potente e un becco corneo di cui si serve per bloccare le prede.
Si tratta di un animale a rischio estinzione e quindi protetto dal protocollo di Washington che ne vieta il commercio. E’ molto aggressiva e pericolosa: un suo morso può addirittura causare l’amputazione di un dito o della mano. Avendo un collo molto flessibile, è in grado di mordere in qualsiasi posizione; anche i suoi artigli sono molto appuntiti e capaci di provocare ferite anche molto profonde. Naturalmente, il morso è una tecnica di difesa piuttosto che di offesa: a differenza delle altre tartarughe, questa non può ritirare la testa all’interno del guscio, perché troppo grossa.
Distribuzione e Habitat
La tartaruga azzannatrice è originaria delle regioni dell’America settentrionale: è diffusa nelle zone che vanno dal Canada fino all’Ecuador e dalle coste atlantiche fino alle Montagne Rocciose. Recentemente, alcuni esemplari sono stati avvistati anche in Europa: non sono pochi gli allevatori incauti, che dopo aver acquistato un esemplare in maniera illegale, lo abbandona perché diventato eccessivamente grande o troppo difficile da gestire.
Come habitat predilige zone paludose, luoghi vicino a laghi e fiumi; ama le acque stagnanti, con fondo melmoso e circondate da vegetazione. Sceglie zone in cui i fondali sono bassi e sabbiosi, così che possa mimetizzarsi più facilmente per cacciare.
Abitudini e Alimentazione
La tartaruga azzannatrice trascorre la maggior parte delle sue giornate immersa in acqua, avvicinandosi alla riva solamente per deporre le uova. Si tratta di una specie onnivora che si nutre di vegetali, pesci, anfibi, molluschi, o ingurgitando tutto ciò che trova: le basta spalancare la bocca e ingoiare tutto quello che vi finisce dentro.
Riproduzione
La stagione degli amori va da aprile a novembre, e coincide col risveglio dal letargo. La tartaruga azzannatrice si accoppia in acqua: i maschi lottano tra loro per conquistare la femmina, e persino l’accoppiamento vero è proprio è piuttosto violento. Il maschio affonda gli artigli sul carapace della compagna, procurandole non poche ferite.
La femmina è in grado di conservare dentro di sé gli spermatozoi e percorre molti chilometri per trovare il terreno adatto in cui deporre le uova. E’ lei a costruire il nido, profondo circa 20 cm e scavato nella sabbia a una certa distanza dal mare, così da evitare che venga sommerso dalle onde.
Sono deposte dalle 25 alle 80 uova l’anno: hanno forma sferica e misurano dai 25 ai 32 millimetri. In seguito, saranno coperte dalla sabbia e l’incubazione durerà massimo 18 settimane. Spesso i nidi sono attaccati da procioni e da altri animali che si nutrono delle sue uova.