La vipera della morte

ViperaDellaMorteLa vipera della morte, nome scientifico acanthophis antarcticus, è tra i serpenti più velenosi al mondo. Nonostante il nome e l’aspetto, non è propriamente una vipera ma un elapide.

L’aspetto di questo serpente ricorda quella di una vipera: ha una testa grossa e appiattita, dalla forma triangolare e distinta dal collo che si presenta più stretto; possiede una scaglia sub oculare e una sopra oculare che sporgono simili a un piccolo corno, gli occhi hanno la pupilla verticale ellittica. Le zanne sono lunghe più di 6 millimetri.

A differenza delle vipere, tuttavia, il corpo è tozzo e corto: misura 0,3-1 m; la coda termina in quella che sembrerebbe una spina tagliente e ricurva. E’ ricoperto di scaglie lucide: ve ne sono 19-23 dorsali, 110-170 ventrali, una anale, e 35-65 sottocaudali. Il colore varia: va dal rossastro al marrone, al verdastro, al grigio, all’ocra e al ruggine; sono presenti strisce trasversali chiare e scure sul dorso; la coda è nera oppure color crema.

Il nome acanthophis significa serpente spinoso, e deriva dalla presenza di una squama appuntita e affilata sulla coda, mentre l’appellativo antarcticus, probabilmente, si deve al fatto che il sud dell’Australia affaccia direttamente verso il polo sud.

Distribuzione e habitat

La vipera della morte è diffusa nelle regioni del sud dell’Australia e sulla costa dell’Est, inclusa parte del Queensland fino al Barkly Tableland nei Territori del Nord.

Vive in praterie, distese di ciperacee, boscaglie, foreste e giungle, ma anche presso scarpate o scogliere e qualche volta è stata avvistata nelle piantagioni di caffè; non ama le zone fredde.

Abitudini e Alimentazione

La vipera della morte preferisce spostarsi di notte e non ama per niente gli ambienti antropizzati; ha un’indole piuttosto schiva, ma se disturbata non tende a scappare, preferendo attaccare. E’ un animale oviparo e dà alla luce dai 2 agli 8 piccoli.

Si nutre di piccoli mammiferi e uccelli, e in cattività è stato riscontrato un caso di cannibalismo. Quest’elapide piuttosto che andare a caccia, attende che siano le prede a venire da lui mentre è perfettamente mimetizzato col terreno e agita la coda che emette un lieve rumore, attirando l’attenzione della vittima. Quando questa è abbastanza vicina, la morde, stringendola finché non è morta.

Morso e Veleno

Il morso della vipera della morte è particolarmente doloroso, viste le lunghe zanne e la potenza della mascella. Il veleno è di tipo neurotossico postsinaptico e non contiene né componenti emotossiche né miotossiche: agisce fermando i processi sinaptici, rendendo l’acetilcolina non più disponibile al sistema nervoso parasimpatico, e generando una parestesia che progredisce in paralisi flaccida e che può portare a un blocco respiratorio totale.

Prima che negli anni ’50 fosse scoperto un antidoto al veleno, i casi di morte per il morso di quest’elapide erano abbastanza numerosi: si trattava di un animale particolarmente temuto in tutta l’Australia e per questa ragione gli fu attribuito l’appellativo di vipera della morte. A oggi, è comunque tra i serpenti più pericolosi al mondo, data la potenza del morso e l’efficacia del veleno.

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