Il mantello della zebra a strisce bianche e nere sarebbe un repellente naturale per i tafani.
Le convenzioni vogliono che le strisce bianche e nere della zebra aiutino l’animale a mimetizzarsi nell’erba alta per meglio evadere alla vista daltonica del leone. Ma un nuovo studio afferma che il manto della zebra l’aiuterebbe anche a difendersi dalle punture delle mosche cavalline.
Gli insetti femmina che si cibano di sangue, sono attratte dai colori brillanti e dalla luce. Le strisce bianche e nere della zebra, che fungono per l’insetto da onde luminose, che sono orientate in una direzione particolare che abbaglia questi insetti. Ai loro occhi, infatti, le strisce della zebra mandano un segnale luminoso come quello dell’acqua che riflette la luce.
I cavalli, invece, hanno un manto che riflette bene la luce sia esso scuro o chiaro. Gli studi hanno dimostrato che il manto della zebra è molto meno attrattivo per gli insetti rispetto a quello dei cavalli soprattutto se dal mantello scuro. Molto di più se i cavalli hanno il manto chiaro.
A seguito di alcuni esperimenti, è stato possibile misurare il numero di mosche cavalline poggiatesi su ciascun cavallo. Ogni cavallo aveva un mantello diverso. Dai risultati è emerso che la zebra ha attratto meno insetti di tutti. Questo spiegherebbe anche perché le strisce più sottili si concentrano sulla testa e sulle gambe ovvero dove le zebre hanno la pelle più sottile. A sostenerlo Akesson, dell’Università di Lund in Svezia. Ma perché le strisce polarizzano meglio la luce rispetto al bianco? Il motivo a strisce bianco e nero si trasforma in un segnale molto prezioso di riflessione della luce.
Perché i cavalli non hanno le strisce delle zebre? Akesson e i suoi colleghi hanno evidenziato che il test è stato effettuato in Ungheria e non nella Savana africana. Dunque non nel loro contesto naturale. Ecco perché non è detta l’ultima parola. I cavalli moderni hanno dalla loro i repellenti naturali che possono essergli somministrati dagli allevatori.