Le tendiniti nel cavallo, come curarle

tendiniti-cavalloAbbiamo spiegato nel capitolo precedente, come i tendini ed i legamenti siano tra i punti deboli del cavallo e spesso soggetti ad infiammazioni.

Di seguito approfondiremo il caso delle tendiniti più o meno acute nel cavallo ed elencheremo alcuni tra i metodi più usati per porvi rimedio.

Appena individuata l’infiammazione è bene non sforzare la zona soggetta al danno. La cosa più utile e banale da fare è quella di bagnare la zona soggetta con acqua molto fredda durante il giorno e, se fosse possibile, anche durante la notte. Si potrebbero realizzare delle fasciature con impacchi di ghiaccio ovvero una tra le strategie migliori da mettere in atto.

Esistono in commercio delle fasce che contengono del liquido all’interno, proprio come quelle che usano gli atleti. Si possono semplicemente lasciare in freezer per qualche ora in attesa che si solidifichino. Dopo di che, una volta tirate fuori ed applicate sulla parte dolorante del cavallo, possono durare anche molte ore prima che si riscaldino nuovamente diventando liquide. La fasciatura deve essere ben stretta per creare pressione sulla zona interessata. Dopo una o massimo due settimane e comunque senza lasciar passare troppo tempo, potrete recarvi da un ecografo per far valutare i danni dell’infiammazione sui tendini e poter intervenire diversamente in modo approfondito.

In questa fase, il vostro cavallo potrebbe trovarsi coinvolto in quello che viene chiamato processo della riparazione in cui è necessaria molta pazienza sia da parte del padrone che del cavallo. In questa fase il veterinario cercherà di calmare o risvegliare l’infiammazione, a seconda dei casi. Il veterinario, come prima cosa, dosa sapientemente l’infiammazione consentendo un maggior afflusso di sangue alla parte oppure, se necessario ne diminuisce l’afflusso nella fase acuta. Se l’infiammazione è sopita, il veterinario provvederà a risvegliarla, se necessario, con l’uso di rubefacenti e vescicanti nella fase cronica. Tutto questo vale nel caso in cui ci troviamo dinanzi ad una infiammazione leggera.

Nel caso di un’infiammazione acuta bisogna ricorrere a delle tecniche più drastiche in cui il padrone dovrà prendere delle decisioni per il bene del suo cavallo. Le tecniche che possono essere utilizzate sono le punte di fuoco o del freddo ovvero la crioterapia. Qualunque sia la decisione che sarà presa, i tempi di recupero saranno abbastanza lunghi. Se si tratta di un cavallo da corsa è sempre meglio aspettare più tempo del dovuto e rimetterlo in gioco solo quando sarà del tutto pronto e stabile.

Tra le tecniche chirurgiche che possono riparare il tendine di un cavallo vi è la tendon splitting. Durante questo tipo di operazione vengono fatti con un bisturi dei piccoli tagli longitudinali all’interno della struttura stessa del tendine. Questa operazione non sembrerebbe la scelta migliore, anzi è tra le più pericolose, però ha i suoi vantaggi ed i suoi lati positivi. Vediamo quali. I tagli longitudinali, intanto, non disturbano le fibre che corrono, in pratica, parallele ai tagli. Dunque la struttura più importante del tendine è rispettata, ma si induce una possibilità di riparazione migliore. Il risultato finale di solito è all’altezza delle aspettative.

Un’altra tecnica è stata importata dagli USA negli anni Ottanta ed è quella che riguarda l’impianto di fibre di carbonio. Questa tecnica ha avuto un grande boom, ma non è stata sempre utilizzata perché i risultati non sono sempre dei migliori. Di solito vengono impiantate fibre di carbonio nel cavallo quando è avvenuta una perdita parziale del tendine. Con questa tecnica la normale vita del cavallo è assicurata, ma le sue corse, nel caso in cui si tratta di un cavallo per gare, non sono sempre possibili dopo l’intervento.

Una tecnica meno invasiva e da tenere in considerazione, consiste nell’iniezione, all’interno del tendine, di miscele di particolari aminoacidi. Questi composti, utilizzati dalle cellule per la riparazione dei tessuti, sono sempre apportati in piccole quantità all’interno della struttura del tendine del cavallo, proprio per la scarsa presenza di vasi sanguigni. Una loro presenza in quantità massicce, determinerebbe un miglioramento nella qualità del recupero ed un accorciamento nei tempi di ritorno al lavoro.

Per l’infiammazione del legamento sospensore del nodello si possono utilizzare i benefici delle cellule staminali che sono relativi a dei trattamenti in evoluzione ma che non devono essere sottovalutati per via degli effetti positivi che possono apportare. Per la funzionalità degli arti del cavallo, il legamento sospensore del nodello è importantissimo e, infatti, la sua infiammazione è, probabilmente, da considerarsi quella più grave e che prima di tutte va curata nel migliore dei modi. Il legamento di cui stiamo parlando è quello che si può tastare ed addirittura vedere, situato tra i tendini flessori degli arti e l’osso cannone. Questo legamento, trattato con le cellule staminali in seguito ad una lesione, mostra evidenti segni di guarigione avanzata, sia alla visione macroscopica sia utilizzando tecniche di indagine più sensibili e precise come l’ultrasonografia o la valutazione istologica. Utilizzare le cellule staminali permette la formazione di un tendine con un tessuto più simile a quello del tendine iniziale e non un tessuto che presenta una cicatrice. Per questo, il tendine riparato sarà più forte e robusto rispetto a quello che si può ottenere utilizzando un’altra tecnica. Da dieci anni a questa a parte, le cellule staminali vengono utilizzate sempre di più per riparare tendini e legamenti dei cavalli.

Per chi preferisce ricorrere a delle tecniche più dolci e meno invasive come quelle fin ora citate, esistono dei trattamenti alternativi. Sotto forma di applicazioni locali, per le prime 48 ore, il freddo può aiutare a ridurre l’infiammazione, ma potrebbe non essere sufficiente. Altre tecniche prevedono la cura di tendinite attraverso ultrasuoni , laser medici e non chirurgici e che quindi non prevedono nessun taglio, ma soltanto la riparazione del tendine o dei legamenti. Si possono prendere in considerazione anche le cure con erbe naturali, massaggi, idromassaggi, ferrature e pareggi correttivi, magnetoterapia e addirittura l’ agopuntura. Non manca nemmeno l’alternativa dell’omeopatia.

Ad ogni modo, qualunque sia la tecnica che si sceglie per curare la tendinite, la cosa importante è ricordare quanto il riposo sia fondamentale per una cura totale e per una ripresa di una vita normale del cavallo che sia da corsa o da scuderia.

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