Un recente studio britannico, condotto su oltre venti tipologie di animali che vivono a contatto con l’uomo, ha dimostrato come l’obesità, una malattia diffusa soprattutto nella parte occidentalizzata del mondo, stia investendo anche gli animali domestici.
E, in particolar modo, i cani. L’aumento eccessivo di peso non è legato quindi solo a una questione di dieta o alla mancanza di un esercizio fisico adeguato, ma potrebbe derivare anche da fattori ambientali.
L’autore della ricerca è un team biostatistico dell’università di Alabama, a Birmingham, condotto da David Allison, che ha misurato per diversi mesi le fluttuazioni del peso di una serie di cani, gatti, topini domestici e selvatici. Non si conosce ancora la causa dell’aumento complessivo del peso degli animali, ma il dato di fatto è che risultano sempre più grassi. Un po’ come gli uomini, da alcuni decenni a questa parte. Fattori meno evidenti, come delle tossine che agiscono sul sitema endocrino, oppure degli agenti patogeni potrebbero aver condizionato il loro sviluppo e il loro metabolismo.
Dieta ipercalorica e assenza di movimento fisico sono comunque tra le cause scatenanti dell’obesità animali, al di là dell’ambiente in cui vivono. Farli mangiare come gli uomini destinando loro gli avanzi non sono la soluzione migliore per risolvere il problema. Secondo i veterinari, per prevenire l’obesità è necessario preferire gli alimenti in commercio per soli cani, di cui guardare le composizioni chimiche, e non rinunciare mai al movimento, alla passeggiata giornaliera. Anche quando il clima è rigido e piovoso. Perché a padrone pigro non può che corrispondere un cane pigro.