Il trasporto dei cavalli

trasporto-cavalliSe in epoche passate il cavallo veniva addomesticato per essere usato, soprattutto, come mezzo di trasporto, ora l’animale viene costretto a viaggiare sui mezzi di locomozione nati per rimpiazzarlo.

Fortunatamente, sembra che il cavallo si adatti molto facilmente a tutti i mezzi di trasporto. Che sia via mare, via terra o via cielo l’animale accetta, per forza di cose, ogni sistema di trasporto. I cavalli devono essere trasferiti da un posto all’altro a causa delle competizioni, dei cambi di scuderia, della messa al prato, dell’entrata in razza oppure nel caso di un eventuale ricovero in clinica. Che sia per viaggi brevi o per viaggi più lunghi il padrone deve tener conto di una serie di problemi che possono sussistere e prendere le dovute precauzioni. Ci vorrebbero pochi minuti a far si che i problemi piccoli diventino gravi.

Viaggiare è una costante dei cavalli da corsa che vengono trasportati da una parte all’altra del globo al fine di poter partecipare alle competizioni. Che sia in aereo oppure in treno, i loro viaggi sono sempre sorvegliati da uno stalliere e da un veterinario di bordo che interviene in casi estremi. E’ stato notato che i cavalli più anziani e, quindi, più abituati ai viaggi fanno da “guida” ai puledri giovani che viaggiano per le prime volte. Mentre questi ultimi mostrano segni di ansia ed impazienza, i cavalli veterani suggestionano con la loro tranquillità i piccoli calmandoli lentamente. L’esperienza vien viaggiando. Anche se nel corso dei primi viaggi i cavalli potrebbero risultare aggressivi ed agitati, l’importante è calmarli e proteggerli in ogni momento. Talvolta è utile anche bardare i cavalli con delle protezioni per evitare che si facciano male. I viaggi successivi saranno più tranquilli. Proprio perché i cavalli atleti abituati a viaggiare è come se fossero diventati disincantati ma pronti alle sollecitazioni dei propri cavalieri. Ciò non significa che non debbano essere prese delle precauzioni e che la sicurezza, nonostante la facilità dell’imbarco, non debba essere una questione di interesse prioritario. In generale, essere sballottolati da un posto all’altro del mondo non è piacevole per gli esseri umani, figuriamoci per un cavallo. Ad agitarlo, soprattutto, l’ignoto che si placa soltanto nel momento in cui il cavallo percepisce il van come un secondo box.

Come abbiamo detto potrebbero essere utili delle protezioni per evitare che il cavallo possa farsi male. Esistono, dunque, diverse fasce di trasporto dalle dimensioni variabili. E’ possibile reperire, infatti, quelle che ricoprono solo il nodello, quelle che vanno dagli zoccoli al gomito oppure raggiungono la grassella. Tra le fasce in commercio esistono anche quelle dette da riposo perché rinforzate con un panno di feltro. Queste ultime vanno, solitamente, dal piede al ginocchio. L’obiettivo è quello di assicurare una protezione massima con il minimo peso ed ingombro.

Le protezioni sono utili non soltanto per proteggere il cavallo da eventuali urti ma anche per evitare che si faccia male con eventuali colpi subiti dai cavalli compagni di van. In questo caso possono essere fatti indossare al cavallo dei paracolpi di gomma. Per i cavalli insofferenti che scalciano alla cieca sono pensate le ginocchiere ed i para-garretti. La loro applicazione sarà favorita da un’abbondante pomata. In passato questi cavalli si impastoiavano, ovvero si legavano con un laccio chiamato pastoia. Ciò, però, non può più essere fatto perché i cavalli sottoposti a questa tecnica sono limitati nella mobilità e non possono fare certi movimenti utili a tenersi in piedi nel corso del viaggio. E’ necessario dotarsi anche dell’adeguato numero di coperte. Questo perché i van non sono sempre riscaldati e soprattutto perché in aereo la temperatura scende di parecchio. Inoltre, sono spesso lasciati aperti i bocchettoni per il ricambio dell’aria. E’ giusto coprire i cavalli nel corso di viaggi lunghi in inverno. In estate il cavallo va, invece, rinfrescato. Altri strumenti indispensabili per il viaggio sono il paracoda ed il fascione. Quest’ultimo facilita al cavallo l’appoggiarsi sulle natiche. Il paracoda, invece, deve essere ben teso in avanti altrimenti perde di efficacia.

MEZZI DI TRASPORTO

Se i mezzi grazie ai quali vengono trasportati i cavalli presentano un soffitto troppo basso potrebbe essere necessario servirsi di una testiera che protegga la testa dell’animale. Può essere costituita da un rinforzo di feltro sotto la testiera della cavezza, tra e attorno le orecchie oppure imbottita con fasce di pelle di montone.

I cavalli “comuni” viaggiano per lo più su rimorchi o van su strada. I cavalli atleti, invece, si trovano spesso a viaggiare in aereo che rappresenta il mezzo più tranquillo in assoluto per gli equini. I cavalli salgono a bordo attraverso una rampa oppure un ascensore già installato nel loro box. Il viaggio che ne consegue è molto tranquillo perché l’aereo risulta quasi immobile fatta eccezione per il decollo, l’atterraggio ed eventuali turbolenze.

Il treno, con le sue continue vibrazioni, non è un mezzo ideale. Ad aggiungersi, anche il rumore incessante. Nel caso in cui siate costretti a far viaggiare il vostro cavallo in treno fissatelo con una doppia longhina.

TIPOLOGIE DI RECALCITRANTI

Come abbiamo spiegato nell’articolo precedente, i cavalli, soprattutto, se non abituati a viaggiare, tendono ad essere nervosi ed agitati. A tal proposito, esistono diverse categorie di recalcitranti e non è raro trovare cavalli che appartengono a tutte le tipologie messe insieme.

– La prima categoria di cavallo recalcitrante è sicuramente relativa a quello che spinge. Tale comportamento può essere dovuto alla carenza di spazio in cui l’animale è costretto a viaggiare. In questo caso sarà necessario mettere il cavallo in un van o box più grande. Questo gli servirà non solo per muoversi meglio ma anche per evitare che i suoi compagni di viaggio si innervosiscano e l’animale possa colpirli. Lo spazio in più serve anche ad aumentare la superficie di sostegno e assicurare l’equilibrio all’animale. I cavalli che spingono potrebbero aver bisogno di appoggiarsi a qualcosa di solido, ad esempio, a delle fiancate basse fisse che raggiungono la base. Sarebbe meglio imbottire tali fiancate per evitare che il cavallo si faccia male.

– La seconda categoria di cavallo recalcitrante è rappresentata dal quello che scalcia. In questo caso, sarà utile bardare l’animale con delle protezioni che evitino che si faccia male. Va considerato anche se il cavallo scalcia in avanti oppure indietro per accertarsi che niente possa rompersi. Non è difficile per un cavallo rompere e, addirittura, abbattere la parete di un van o camion. Non è difficile neanche che i cavalli riescano a togliersi i ferri arrivando a farsi del male. Cosa non proprio utile al fine delle gare. Ecco perché serve far indossare al cavallo che scalcia degli stivaletti o dell’Elastoplast attorno ai ferri. I chiodi possono essere consolidati grazie alle protezioni metalliche.

– Altri cavalli sono soliti grattare con il risultato che i van possono danneggiarsi e l’animale ferirsi. Il Turbigum può essere usato come rivestimento e ammortizzatore per limitare i danni che seguono al cavallo che gratta.

– Il cavallo che picchia o morde è il più temuto dagli stallieri che devono premunirsi mettendo al cavallo delle museruole oppure prevedere delle paratie molto alte. Il cavallo che morde e picchia potrebbe rappresentare una minaccia per gli altri cavalli in viaggio. Questi cavalli potrebbero diventare ancora più “feroci” se dovessero annusare le tracce di una fattrice.

– I cavalli in viaggio possono anche mettere “in scena” il ballo dell’orso. Questo fenomeno sussiste soprattutto in caso di noia e fa parte dei vizi redibitori (riconosciuti legalmente) del cavallo. Nel box il cavallo oscilla da una parte all’altra. A lungo andare questo vizio può logorare i tendini e le articolazioni. Bisogna prevedere una quantità di spazio superiore per questi esemplari per consentire loro di muoversi meglio. Inoltre, può essere utile attaccarli a due lunghine (doppie lunghine) che limitano i movimenti laterali. In generale i cavalli saranno dei passeggeri più indisciplinati tanto più si annoieranno. Un po’ come avviene per i bambini. Ecco perché una soluzione utile può essere quella di utilizzare dei diversivi soprattutto per i cavalli con il vizio del ballo dell’orso. Il cavallo può essere tranquillizzato con del fieno. Si può posizionare, infatti, un filo di fieno o paglia molto stretto davanti al naso. Cercare di tirarlo via gli occuperà molto tempo. Fate attenzione che ogni cavallo abbia il suo per evitare “liti” durante il viaggio. Inoltre, fieno e paglia devono essere abbondanti.

I TRANQUILLANTI

L’uomo ha sempre cercato di tranquillizzare i cavalli per poterli meglio addomesticare. Nel corso degli ultimi anni, però, anche i cavalli hanno iniziato a soffrire di ulcere duodenali, infarti ed altre patologie dovute proprio allo stress cui sono sottoposti. A volte si tratta di malattie contagiose trasmesse dall’uomo al cavallo. Spesso gli addestratori o i padroni dei cavalli non si rendono conto degli stress e delle situazioni difficili cui gli animali vengono sottoposti. Essere trasportati da un capo all’altro del mondo costretti in van poco spaziosi, essere costretti a trainare carrozzelle per turisti in giro per la città e tanto altro sono situazioni angoscianti per i cavalli ma, spesso, vengono sottovalutate dagli umani. Non dimentichiamo che i cavalli sono nati per correre liberamente nelle distese verdi. Ogni situazione che si allontana da questo status potrebbe essere vissuta da loro con stress che può essere percepito dai segnali che il cavallo può lanciare. Segnali che un allevatore, uno stalliere o, in generale, un uomo di cavalli dovrebbero conoscere benissimo.

Bisognerebbe ricorrere ai tranquillanti, somministrati per lo più attraverso iniezione, soltanto se l’animale diventa pericoloso per se stesso, per gli altri cavalli e per gli esseri umani. L’utilizzo dei tranquillanti potrebbe rivelarsi necessario nel corso di un viaggio più o meno lungo per consentire al cavallo di essere indifferente rispetto a quello che gli accade attorno, senza perdere l’equilibrio e, ovviamente, senza cadere. Se l’animale dovesse essere in stato di agitazione, il tranquillante non dovrebbe essere mai iniettato. Infatti, la somministrazione deve avvenire dopo che l’animale è stato calmato naturalmente proprio perché le dosi di questi medicinali sono calcolate per i cavalli calmi. Questo perché nel cavallo eccitato il battito cardiaco è più accelerato con una conseguente circolazione sanguigna accentuata a livello muscolare. Il prodotto iniettato, dunque, non farebbe altro che diffondersi troppo velocemente nei muscoli e poco nel cervello dove, invece, dovrebbe permanere per manifestare la sua efficacia. Molti tendono ad aumentare il dosaggio ma questa pratica è assolutamente pericolosa e sbagliata. Del resto, è la dose che fa il veleno (dal latino dosis facit venenum). Infatti, se un tranquillante è somministrato in dosi eccessive può causare rallentamenti cardiaci, problemi di equilibrio, arresti respiratori. Non sono rari i casi di reazioni opposte ovvero quando il cavallo diventa furioso. In linea di massima, il tranquillante va iniettato (a volte anche fatto ingerire) 15/30 minuti prima di mettere il cavallo in viaggio o comunque, prima di farlo muovere.

Per poter calmare un cavallo eccitato prima di somministrargli la giusta dose di tranquillante è bene parlargli. Se non ci dovesse essere modo di calmarlo allora dovrete rinunciare all’iniezione perché un animale sotto tranquillante tende ad esagerare le sue reazioni senza saperle controllare. Ad ogni modo, lasciatevi consigliare dal veterinario.

Tra i prodotti più usati per tranquillizzare il cavallo troviamo:

Haloperidol – si somministra su di uno zuccherino in ridotte quantità ovvero qualche goccia. Serve a favorire la concentrazione del cavallo rendendolo quasi ipnotizzato. L’Haloperidol, infatti, è una droga dura dagli effetti collaterali indesiderabili. Viene, perciò, consigliato in casi estremi.

Xylazine – più comunemente nota come Rompun si somministra per via endovenosa (EV). Nel caso di somministrazione muscolare si richiederebbe una dose eccessiva di sostanza, ecco perché è preferibile la somministrazione endovenosa. Di solito il Rompun ha efficacia in breve tempo. Nel caso in cui il cavallo debba essere trasportato, la dose consigliata va dagli 8 ai 10 cc endovena considerando un peso di 500 kg. Gli effetti collaterali di questo tipo di tranquillante sono la testa bassa e la possibilità, molto meno probabile, che l’animale si strangoli involontariamente.

Vetranquil – detto anche Calmivet il cui nome scientifico è Acepromazina si può somministrare insieme alla razione di cibo grazie alla sua composizione granulosa. Questo tipo di somministrazione è particolarmente indicata per i cavalli recalcitranti. Gli effetti di questa sostanza sono, però, variabili in quanto non si può conoscere realmente se il tranquillante viene ingerito e in che dosi. A differenza del Rompun, il Vetranquil viene somministrato preferibilmente per via intramuscolare (IM). La dose media consigliata è dai 3 ai 4 cc per un cavallo di 500 kg. L’effetto può durare fino a sei ore. Talvolta, può essere abbinato al Phenergan che appartiene alla stessa famiglia farmaceutica. Questo medicinale ha un’azione antiallergica. Il Vetranquil è sicuramente tra i tranquillanti più usati.

Come abbiamo potuto constatare, sono molte le sostanze che possono essere somministrate al cavallo al fine di farlo calmare artificialmente. Oltre a delle sostanze farmaceutiche, si possono trovare anche numerose alternative omeopatiche che non alterano la fisiologia ed il metabolismo del cavallo. In realtà, basta davvero poco ad innervosire o agitare un cavallo. Basta che essi percepiscano nell’aria l’odore di un altro cavallo o, peggio ancora, quello di una cavalla. Quale stratagemma adoperare in questo caso? Potrebbe sembrarvi assurdo ma potete usare il Vicks in crema, proprio quello che usate per liberare i bronchi dei vostri piccoli. Il risultato è che il cavallo respirerà l’essenza di canfora ed eucalipto evitando di percepire odori che potrebbero farlo eccitare. Questo eviterà di fargli assumere i tranquillanti che sarebbe meglio riservare a casi estremi. Dopo aver fatto ricorso a tali sostanze sarà necessario diminuirne il dosaggio volta per volta. In questo modo, non si innescherà nel cavallo un meccanismo di assuefazione. Inoltre, se al cavallo si parla con calma e tranquillità spiegandogli la situazione che dovrà affrontare, come, ad esempio, un viaggio in van, esso sarà via via più calmo.

PRECAUZIONI E MALATTIE DA TRASPORTO

Si possono impiegare diversi quarti d’ora a convincere i cavalli a salire su un van. Non esistono soluzioni miracolose ma cercheremo di suggerirvi qualche trucco utile a facilitare l’operazione. Voi non arrendetevi, se ce la fate! Una volta riusciti nell’impresa, date al cavallo del fieno, delle carote qualcosa per attrarlo dentro. Dopodiché fatelo uscire e rientrare. Questo faciliterà le salite sui van che seguiranno.

Il primo consiglio che vi suggeriamo è quello di parcheggiare il van in un posto tranquillo dove siano limitate all’animale le possibilità di fuga. Ciò significa con un muro da un lato oppure contro la porta del box. Per favorire la salita è utile posizionare una banchina passeggeri per fare in modo che la rampa risulti orizzontale. Quest’ultima non deve essere troppo colorata, non deve vibrare e ovviamente, non deve risultare scivolosa. Se possibile, mettete il van in discesa: è più facile che il cavallo scenda nel van piuttosto che vi salga. Inoltre, il cavallo vi entrerà più facilmente se questo è illuminato ed accogliente. Dunque, non risparmiatevi! Può essere utile posizionarci del fieno o dello sterco di modo che l’animale, sentendo il suo odore, si senta come nel suo box.

Servitevi di aiutanti calmi, accattivanti e competenti generalmente in numero di tre. La tranquillità e la fermezza eviteranno di emettere o compiere rumori che potrebbero agitare il cavallo. Il primo aiutante è alla testa, il secondo al lato destro, il terzo al lato sinistro all’altezza, entrambi, delle natiche con due braccia che si incrociano sulla groppa e le altre premute contro i fianchi. L’obiettivo è quello di far scalciare il cavallo il meno possibile. L’animale può essere bendato al fine di poterlo condurre più facilmente nel van.

Ovviamente, dovrete accertarvi che non siano presenti sul van elementi sporgenti ed altri componenti che potrebbero risultare pericolosi per il cavallo. Basta veramente poco per fare del male all’animale e danneggiarne per sempre tendini o garretti compromettendo anche la carriera dei cavalli atleti. Perciò, prima di un viaggio, verificate sempre la solidità delle fiancate interne, le attaccature delle doppie longhine, la levigatezza delle paratie, la resistenza delle cinghie anteriori, la chiusura della rampa, i ganci ed i segnali di van trainato. Inutile dire che tutte le parti devono assolutamente essere ingrassate perfettamente.

Alcuni cavalli atleti (e non solo) hanno la fortuna di poter viaggiare in van che non hanno nulla da invidiare alle limousine di lusso. Sono dotati, infatti, di segnalatori antincendio, insonorizzatori, aria condizionata, monitor a circuito chiuso per favorire il controllo dei cavalli. La sicurezza dell’animale resta, comunque, nelle mani di chi è al volante. La guida deve essere quanto più fluida possibile. Il viaggio deve essere calcolato nei dettagli per evitare code o controlli troppo lunghi alle dogane.

Tra gli obblighi da rispettare figurano: sostare ogni tre/quattro ore per verificare che tutto sia a norma; dodici ore di viaggio (pari a circa 1200 km) sono il massimo che un cavallo può sopportare. Oltre tale limite i cavalli vanno lasciati pascolare e mangiare per un po’ di tempo. L’ideale sarebbe fermarsi in una scuderia a riposare. Nel corso della sosta si verificherà lo stato di salute del cavallo.

Sono numerose le malattie che possono verificarsi nel cavallo nel corso dei viaggi. Preventivare di arrivare a destinazione molte ore prima potrebbe essere una buona strategia. Questo soprattutto perché i cavalli hanno bisogno di 24/48 ore o poco più per smaltire le fatiche del viaggio.

Tra le malattie da trasporto si annoverano, oltre alle piaghe, le ferite. Nonostante le numerose precauzioni, infatti, può capitare che il cavallo si ferisca. E’ utile avere a bordo una cassetta per il pronto soccorso. In caso di emorragia forte bisogna trovare subito un veterinario.

La costipazione è un’altra patologia e si verifica a causa dello stress da viaggio oppure dall’immobilità imposta all’animale. Nel peggiore dei casi, la costipazione si trasforma in colica. In questi casi al cavallo va somministrato olio di ricino oppure olio di paraffina.

Se il cavallo fosse soggetto a forti spaventi o emozioni potrebbero verificarsi delle scariche di diarrea. Per premunirvi dalla sua comparsa evitate di dare da mangiare al cavallo prima di mettervi in viaggio. La regola base, infatti, vuole che l’ultimo pasto debba essere somministrato tre ore prima della partenza. La razione di cibo deve prevedere sostanze più solide del solito come, ad esempio, le carote. Non dimenticate di mettere a disposizione dell’animale del fieno che gli possa impedire di annoiarsi oltre che servirgli nel caso di fame. Per quanto riguarda la sete i cavalli vanno abbeverati ogni tre quattro ore, soprattutto se la temperatura è alta. Le prime feci, una volta giunti a destinazione, vanno controllate per accertarsi dello stato di salute del cavallo.

Nella peggiore delle ipotesi, l’animale può essere assalito da febbre da trasporto che può toccare i 40 gradi centigradi. La febbre può essere causata dallo stress oppure da problemi digestivi o del sangue. Generalmente, una volta giunti a destinazione, la febbre dovrebbe svanire entro le 48 ore. Per evitarne la comparsa si possono somministrare al cavallo dei protettori epatici due o tre volte al giorno. Inoltre, è utile farli passeggiare più volte durante il giorno e rinfrescare le zampe con il getto fresco della doccia. La febbre può essere dovuta anche agli sbalzi di temperatura. Per evitare raffreddamenti il cavallo deve essere coperto con una gualdrappa o una coperta leggera. Il tutto senza esagerare perché si potrebbe avere l’ipertermia. Se si vuole evitare categoricamente che il cavallo si ammali si possono somministrare degli antibiotici come misura preventiva per brevissimi periodi di tempo.

Molti animali possono soffrire di mal di mare anche se nessuno può affermare con certezza che il cavallo ne soffra. Il mal di mare si manifesta attraverso la febbre da trasporto. Per calmarla si possono usare analgesici ed antispasmodici come la Calmagine o il Putazolidine. Se possibile, il viaggio va interrotto immediatamente facendo in modo che il cavallo passeggi e beva.

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