Alla scoperta degli uccelli notturni

uccelli notturni

A chi non è capitato di udire, nel bel mezzo della notte, i versi a volte inquietanti di gufi, civette e barbagianni? Cerchiamo di sapere di più su questi uccelli notturni…

Nel nostro paese sono presenti circa una decina di rapaci notturni tra cui i gufi, le incantevoli civette e gli allocchi. Si tratta di animali adatti a vivere nelle tenebre e tutti sono dotati di becco e artigli che consentono loro di cacciare piccoli mammiferi ed altri uccelli: essi ingoiano le prede, per la maggior parte delle volte interamente ed emettono le parti non digeribili, ossia le ossa o i peli, sotto forma di piccole palline dette borre; possiedono inoltre un piumaggio molto fitto e quasi sempre variegato di diversi colori che gli permette di nascondersi durante il giorno.

Ma sono soprattutto gli occhi e la testa a rendere caratteristici questi silenziosi volatili notturni: possiedono una testa molto grande e larga, occhi orientati solamente in avanti senza che possano muoverli nelle orbite, a differenza di tutti gli altri uccelli. Questa particolarità costringe il volatile a muovere l’intero capo in ogni direzione ogni qualvolta deve osservare qualcosa in movimento.

Inoltre, la struttura del loro piumaggio permette loro di muoversi senza emettere rumore alcuno, cosa che rende più semplice la cattura della preda. Gli uccelli notturni hanno sensi molto sviluppati che da sempre hanno affascinato qualsiasi studioso di ornitologia.

Alcune specie

Tra le specie più comuni dei rapaci notturni vi sono la civetta nana (Glaucidium passerinum), l’assiolo (Otus scops), il barbagianni (Tyto alba), il gufo comune (Asio otus) e la civetta capogrosso (Aegolius funereus).

La civetta nana  è una varietà paleartica, in Italia è distribuita sull’arco alpino in prevalenza nella parte centro-orientale dagli 800 o 900 metri fino al limite dell’alta vegetazione; la si può trovare soprattutto in aree con boschi di conifere. La popolazione probabilmente è sottostimata, ma si ipotizza la presenza di 400 o 600 coppie.

L’ assiolo è una specie paleartica politipica che vive nei climi caldi o temperati: in Italia lo si può trovare soprattutto nelle isole maggiori comprese alcune piccole isole della Sicilia, della Sardegna orientale e dell’arcipelago toscano, mentre non sembra essere presente a quote elevate. La popolazione stimata è di 4.000 o 8.000 coppie.

Il barbagianni si trova in tutta la penisola, nelle isole maggiori e in alcune di quelle minori, ma è assente dalle quote più elevate dell’arco alpino. Ha l’ abitudine di sostare in granai, soffitte e solai. Sono state stimate circa 10.000 coppie.

Il gufo comune è una specie migratrice, svernante e nidificante: esso è di difficile localizzazione e la sua presenza sul territorio italiano appare perciò piuttosto frammentaria e di sicuro sottostimata numericamente. Si pensa vi posano essere circa 2.000 o 5.000 coppie. 

La civetta capogrosso sembra avere una distribuzione omogenea sull’arco alpino, anche se è in maggior misura presente nelle zone centrali e orientali. Abita soprattutto boschi di conifere, a partire dai mille metri fino ai 1.900 metri sul livello del mare, con una popolazione stimata dalle 1.000 alle 3.000 coppie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *